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giovedì 8 luglio 2021

NELL'OMBRA DEL LABIRINTO. Nell’ombra del labirinto. Il cammino verso la conoscenza non è semplice. Spesso ci si imbatte nei testi falsi e fuorvianti sia dell’antichità che quelli moderni. Spesso si prende per verità le informazioni sbagliate, o peggio, pilotate appositamente dal sistema di controllo del potere temporaneo, che giocano spesso sui sentimenti di chi abbraccia un ideale, e sanno essere molto convincenti, soprattutto se il testo è destinato al pubblico che non si mette ad indagare fino in fondo, confrontando le date storiche. Perché in certi casi basterebbe questo: confrontare le date storiche o semplicemente essere attenti ai dettagli nel seguire la logica per capire che è una montatura! Ma per chi è poco attento ai dettagli è come inoltrarsi in un labirinto sotterraneo pieno di vicoli ciechi delle falsità vecchie e nuove! Premetto che esiste una frangia del potere temporaneo occulto sia fuori che all’interno della Chiesa cattolica, che è ostile alla sola idea che i Templari siano “prosciolti” da tutte le accuse e in seguito reintegrati in qualche modo nell’ambito della fede. E vedere che le varie moderne confraternite di ispirazione templare si organizzano effettuando il gemellaggio e la stretta collaborazione tra loro, per questi personaggi si rivela pericoloso. E allora che si fa? Si innesca una serie di false notizie. Alcune apertamente ostili e diffamatorie, le altre invece “mascherate” da “scottanti” scoperte, al primo impatto a favore dei Templari…. ma che hanno lo scopo tutt’altro che benevolo nei confronti del Ordine. Analizziamo adesso molto attentamente di cosa si tratta. Il primato della menzogna va indubbiamente a Dan Brown con il suo “Codice Da Vinci” che parla del sedicente “Priorato di Sion” mai esistito, una linea di sangue segreta che sta all’origine del Ordine del Tempio, con l’interpretazione contorta e fuorviante del simbolismo del Santo Graal, e tante altre trovate da show che nulla hanno a che vedere con la realtà, ma che risultano molto convincenti ed attraenti tra la gente comune, incline a vedere l’Ordine sotto un’altra luce, quella dei complottisti e settanti! Però Dan Brown non ha inventato tutto di sana pianta, si è “ispirato” alle menzogne che risalgono a parecchi secoli fa, addirittura nel periodo paleocristiano, quando i fedeli cristiani erano in status delle sette, una specie di “eresia” dal ebraismo. Come prima cosa, subito dopo l’ascensione di Gesù, la diffamazione prese piede nell’ambito ebraico-romano, per non perdere il potere, nonché tra i discepoli stessi, sempre per il medesimo motivo. Se addirittura leggiamo nei Vangeli canonici (e non parliamo degli apocrifi) che quando Gesù era ancora vivo e vegeto, i suoi discepoli contendevano tra di loro il primato, figuriamoci dopo la sua morte! E qui che si incomincia la matassa interminabile di intrighi e sofisticazioni di ogni tipo. Dal vangelo apocrifo di Tommaso veniamo a conoscenza che Gesù affidò il primato non a Pietro, come vollero farci credere i primi padri della Chiesa, bensì a Giacomo il Giusto, fratello maggiore di Giovanni Evangelista, che chissà per quale motivo e soprattutto in quali circostanze viene martirizzato per primo tra gli undici. Coincidenza? Sempre dal vangelo di Tommaso veniamo a sapere dell’ostilità tra i discepoli maschi e il discepolato femminile, presieduto da Maria Maddalena fin da quando Gesù era in vita. Possiamo solo immaginare quale persecuzione dovettero subire le discepole ribellatesi alla sottomissione maschile dopo la morte del Maestro! Non bastavano gli ebrei patriarchi, i romani pagani, ma erano perseguitate persino dai discepoli stessi con a capo Pietro! La verità è che nella società di allora si cercava in tutti modi soffocare il genio femminile che prese il sopravvento, e restaurare il maschilismo! Ma come si sa, ad ogni azione c’è una reazione uguale e contraria, e non solo nella fisica! Dalla tradizione dei cristiani in Terra Santa, sappiamo che Maria Santissima, madre di Gesù è stata la guida e il capo della neonata Chiesa Cristiana, la Somma Sacerdotessa che istruiva e confortava i primi cristiani, fino alla sua dormizione. Ecco come viene descritto quel periodo secondo le ricerche svolte direttamente in Terra Santa nel 1934 da una congregazione dei sacerdoti denominata “Santa Crociata Mariana”: “…nei lunghi anni che Maria SS. vi rimase a consiglio e conforto degli amatissimi apostoli e degli altri operai evangelici. Ella fu di grande aiuto spirituale a tutti coloro che ebbero la fortuna di avvicinarla. … Piena di una carità senza limiti Ella passava il suo tempo nel comunicare idee di sovrumana sapienza a quanti capitavano nel Cenacolo…. Dopo tanti anni trascorsi in un esercizio di ammirabile carità verso le anime redente dal suo Divin Figlio, la Vergine SS. presentiva già imminente la sua partenza da questa terra: godeva, è vero, la perenne giovinezza dell’immacolata Verginità, ma essendo giunta al 72 anno della sua età, sperava sollecita la superna chiamata. Visitava più frequentemente i luoghi santificati dalla passione del Redentore, … Maria SS. trascorse i primi mesi dell’anno 58 di G.C. quando al Divin Salvatore parve ormai tempo d’inviare il suo Angelo ad avvisare l’amatissima Madre che il terreno pellegrinaggio di Lei stava per finire….” Dunque, nella neonata Chiesa cristiana per ben 25 anni, a capo di tutto era la Madonna e non Pietro! Una donna che non era affatto taciturna e sottomessa come vorrebbero farci credere alcuni dottori della Chiesa cattolica! Nel mentre S. M. Maddalena, essendo stata la discepola e la confidente di Gesù, per di più la posseduta liberata, acquisì dei poteri paranormali, come tutti i discepoli del Divin Maestro. E certamente ebbe dei seguaci, sia in Terra Santa, che in esilio! Ed è qui che sia dalla parte dei seguaci di Pietro che quelli della Maddalena prende piede ogni sorta di fantasie, pettegolezzi e insinuazioni, impresse in seguito negli scritti a riguardo. Durante quel periodo come anche dopo, nel Medioevo i cristiani scrivevano tantissime leggende, anche sulla vita dei Santi. S. M. Maddalena non è stata risparmiata, anzi è una Santa sulla quale sono nate tante leggende. Rabano Mauro di Magonza ( 780-856), ha scritto un racconto su S. M. Maddalena:"La vita di Maria Maddalena" del tutto falso senza nessun fondamento storico per di più quasi 800 anni dopo la sua esistenza: “S. M. Maddalena sarebbe la sorella di Marta e Lazzaro, ed insieme ad altri discepoli, furono messi su una barca senza remi dai giudei. La barchetta approdò in Francia, giunti a terra si dividero per andare ed Evangelizzare mentre S. Lazzaro si recò a Marsiglia, S. Giuseppe D'Arimatea si recò in Britannia.” Da Rabano ha poi copiato il domenicano Jacopo da Varagine, che scrisse la Leggenda Aurea, dove raccoglie moltissime vite dei Santi, tra il 1263-1273. Ben 483 anni circa, dopo il primo scritto! Riguardo a S. M. Maddalena, Jacopo scrive la stessa favola della barchetta senza remi che arriva in Francia, e racconta che S. M. Maddalena compie anche dei miracoli, come potrebbe davvero essere, visto che era la discepola diretta del Maestro, ma nella leggenda Aurea sono riportate anche tante menzogne riguardo S. M. Maddalena: “S. M. Maddalena prende il cognome dal castello Magdalo, era di nobile famiglia, discendente del re. Il padre si chiamava Siro e sua madre Eucaria. Viveva con i genitori, sua sorella Marta, e suo fratello Lazzaro, erano ricchi ed avevano possedimenti a Magdala, Betania e Gerusalemme.” Poi vediamo che qui S. M. Maddalena non solo è confusa con S. Maria di Betania, ma anche con la peccatrice anonima! Chissà se per l’ignoranza innocente o l’astuzia ben calcolata!? “S. M. Maddalena diventa peccatrice dopo che viene lasciata dal fidanzato, che niente di meno sarebbe S. Giovanni Evangelista, il quale abbandona lei per seguire Gesù.” Ma se Giovanni Evangelista all’epoca era un ragazzo adolescente(il motivo per cui ha potuto stare sotto la croce senza essere allontanato dai soldati romani) figlio di un semplice pescatore, mentre Maria Maddalena non era affatto una ragazzina, per di più, stando allo scritto stesso, la discendente del re, come potevano essere fidanzati questi due? Ma la fantasia col tempo si trasforma anche in speculazione! La Leggenda Aurea si diffonde in Francia, e vediamo che mentre fino al X secolo, non esisteva nessun luogo di culto verso la Santa, ecco che a partire dal 1050, l’abbazia di Vézelay in Borgogna, dedicata alla S. V. Maria, custodita dalle suore, viene dedicata a S. M. Maddalena, e viene custodita dai monaci benedettini. (Ogni ordine monastico nella propria dottrina pone l’accento su qualche aspetto particolare legato alla fede. Così i Francescani pongono l’accento alla povertà, i domenicani alla salvaguardia della fede retta dalle eresie(l’inquisizione), i benedettini sono dediti alla scienza. E S. Bernardo di Chiaravalle, l’ideatore dell’Ordine dei Templari , apparteneva ai Cistercensi, che sono i Benedettini riformati. Il fatto che i Benedettini requisirono l’abbazia di Vèzelay per dedicarla a S. Maria Maddalena non è un caso! Gli studi delle fondamenta del cristianesimo radicate nelle religioni preesistenti ad esso, rivelò la necessità di equilibrio degli opposti, che a quell’epoca era totalmente assente all’interno della chiesa maschilista! Era importante risvegliare in qualche modo il culto femminile!) A Vézelay, allora si cominciò a raccontare che li venivano custodite le reliquie di S. M. Maddalena, ed iniziano così i pellegrinaggi. L’interesse è tale riguardo la Santa, che un altro luogo in Francia St-Maximin in Provenza incomincia verso il XII secolo a reclamare di possedere le reliquie, e raccontano anche che S. M. Maddalena, sarebbe vissuta eremita presso la grotta di Sainte-Baume, nuda coperta solo dai capelli, leggenda questa copiata dalla vita di S. Maria Egiziaca. Tra Vézalay e St-Maximin, entrambi reclamano di possedere le reliquie di S. M. Maddalena, ed entrambe producono falsi documenti, e tutto questo avviene all’interno della Chiesa Cattolica ! E nel mentre leggenda continua, ecco che anche in un altro luogo francese Saintes-Maries-de-la-Mer, in Provenza, si racconta che presso questo luogo è venuto lo sbarco di S. M. Maddalena, insieme a S. Marta, S. Lazzaro, S. Maria di Giacomo, S. Maria Salomè, S. Sidonio, S. Massimino, ed altri ancora. Queste credenze, oltre ad attirare i pellegrini e far funzionare il commercio locale, sono state una sorta di risposta al dilagante maschilismo dei padri della Chiesa, scagliatisi contro tutto ciò che è femminile, reputando la donna come fonte di ogni male! E se pur ai devoti di S. M. Maddalena fu concesso il suo culto in Francia, l’abile sovrapposizione dei personaggi creò l’immagine di essa del tutto differente dalla realtà: Una donna vittima di possessione diabolica, liberata da Gesù, viene identificata con la peccatrice senza nome, di cui peccato non è specificato in nessuno dei vangeli, ne canonici ne apocrifi, ma che nell’immaginario popolare è definito “prostituzione”! Chi ha avuto a che fare con la materia dell’esorcismo ed ha avuto modo di osservare da vicino il comportamento dei posseduti, soprattutto in alcuni orari notturni, potrebbe capire benissimo che una posseduta non sarebbe mai e poi mai in grado di fare la prostituta, di cui “attività” si svolge proprio di notte! Per un semplice motivo: la possessione produce gli impulsi di aggressività incontrollata, talvolta con la tendenza omicida! E in tal caso i suoi “clienti” avrebbero corso un bel pericolo di essere squartati. Ma le leggende non finiscono qui! Nel 1521circa ben dopo 248 anni dalla diffusione della “Leggenda Aurea” qualche romanziere aggiunse che Maria Maddalena avrebbe avuto una figlia di nome Sara, niente di meno concepita durante il matrimonio segreto tra lei e Gesù! Tale menzogna fu presa per verità dai rom, che tutt’oggi venerano S. Sara-Kali mai esistita! Osservate bene che l’invenzione della presunta discendenza di Gesù risale a 207 anni dopo lo scioglimento dell’Ordine del Tempio, che avvenne nel 1314 con la morte di Jacques De Molay! Dunque tra questa favola di cattivo gusto e la conoscenza dei Templari non c’è nessun collegamento! E quei autori che insinuano che la “verità scottante” scoperta dai Templari sarebbe questa, non solo sono menzogneri, ma anche parecchio ignoranti! Adesso passiamo ad altro “vicolo cieco” del labirinto della conoscenza: la contestazione dell’avvenuta morte di Gesù. In lontana India si narra di un certo Assà. Un santo dai poteri soprannaturali la cui vita e tribolazioni patite sono molto simili a quelle raccontate nei vangeli riguardo la Passione. Secondo questa leggenda Assà, messo in croce non sarebbe morto, ma sopravvissuto e curato in segreto dai discepoli, sarebbe fuggito nelle Indie. In base a queste leggende alcuni autori insinuano la menzogna messa in piedi dai capi dei sacerdoti e gli anziani giudei, descritta molto esplicitamente in Matteo 28, 11-15. Cioè che Gesù fu portato via dai suoi discepoli di notte, aggiungendo però che non era morto, innescando delle credenze fuorvianti, ma soprattutto riduttive riguardo la divinità di Cristo. Un uomo che sopravvive all’esecuzione e semplicemente fugge in un altro stato dove vive in esilio fino alla morte. Niente risurrezione, niente ascensione, niente miracoli… tutto pragmaticamente terreno per la gioia degli atei senza scrupoli! Certo, per chi brama al potere terreno passando sopra i cadaveri, la fede in Cristo risorto è piuttosto scomoda, visto che per praticarla bisogna guardarsi dentro accettando i suoi insegnamenti, perciò si aggrappa persino a un filo d’erba pur di giustificare i propri torti, negando il punto di riferimento etico scomodo, come la fede! Ma la leggenda in India esiste veramente, e la popolazione locale non ha nulla a che vedere con i complotti dell’alta società. E allora di cosa si tratta? La risposta la troviamo sempre nella tradizione Cristiana della Terra Santa studiata dalla “Santa Crociata Mariana” nel 1934, come anche nei vangeli apocrifi riguardanti Maria Santissima e la sua Dormizione. Da questi testi risulta che dopo l’ascensione di Gesù i suoi discepoli sono andati per il mondo a predicare il Vangelo: Pietro a Roma, Matteo nell’Abissinia, Filippo a Gerapoli (dove fu martirizzato), e così via. Chi è arrivato più lontano di tutti fu Tommaso. Lui ha predicato nelle Indie! Ma un giudeo di lingua greca come si faceva capire agli indiani? Poteva apprendere la lingua con gli anni, ma sicuramente non alla perfezione. E anche se lo Spirito Santo gli avrà dato il dono delle lingue, non fu di certo così con i suoi interlocutori. E poi c’è da notare un particolare molto importante: nelle lingue antiche come quella egizia prima ed ebraica dopo si usava parlare di se stessi in terza persona. Soltanto dopo la rivelazione di Dio a Mosè si cominciò a parlare di se stessi in prima persona. Ma probabilmente nella lingua delle Indie di allora l’abitudine di parlare di se stessi in terza persona era ancora in uso. Quindi abbiamo S. Tommaso che narra agli abitanti delle terre straniere la vicenda di Gesù, ricorrendo alla terza persona, ma loro capiscono tutt’altra cosa: credono che lui parla di se stesso! E siccome il discepolo diretto di Gesù, anche Tommaso è dotato di poteri paranormali, lo prendono per Dio. Questo malinteso però viene subito strumentalizzato da chi rifiuta di credere, e soprattutto da chi non vuole far credere agli altri, chi continua a gettare il fango sui Templari, insinuando che questa “verità scottante”, cioè che “Gesù non è morto in croce” sarebbe in loro possesso. Ma non è assolutamente quello che la sapienza Templare vuole trasmettere attraverso i suoi molteplici simboli! E infine arriviamo all’ultima trovata, sicuramente escogitata ad hoc dai nemici acerrimi del Ordine Templare, con lo scopo di portare la confusione di idee all’interno delle dottrine delle varie confraternite che ultimamente cercano l’unione per riportare l’Ordine al suo antico splendore riabilitandolo dalle calunnie protrattesi lungo i secoli:la nuova trovata dei nemici del Ordine Templare è un libro uscito da poco che con tanto di argomentazione dichiara che l’impronta sulla Sindone di Torino è di Jacques de Molay, sfruttando la gaf dei carbonisti che l’hanno datata come un reperto del medioevo! Per chi segue attentamente la questione “Sindone”, conoscendo più o meno la sua storia, sembra strano che qualcuno potrebbe trovarsi a credere in una tale bufala, ma aimè, nei post di alcuni gruppi templari di Fb, con grande rammarico ammetto che molti, troppi dei confratelli o aspiranti tali sono finiti in questa subdola trappola mentale, perciò in questo articolo spero di riuscire a dimostrare quanto è maldestro questo inganno. Dunque, cominciamo col confrontare i dati nel nostro possesso sulla Sindone con quelli sul nostro Gran Maestro Jacques De Molay. La Sindone: Gli scritti apocrifi parlano dei panni funebri di Gesù. San Girolamo in “De viris illustri bus”(IVsecolo d.C) riporta un passo del “Vangelo degli Ebrei”(II secolo d.C) e cita quello che probabilmente è il più antico riferimento non biblico alla Sindone: “Ora il Signore, dopo aver dato la Sindone al servo del sacerdote , apparve a Giacomo”. Le comunità cristiane instaurarono il culto delle reliquie mentre imperversavano le persecuzioni dei primi tre secoli, ed è logico che la più grande venerazione fu attribuita al lenzuolo funerario di Cristo! Il “Liber Mozarabicus Sacramentorum” (VI-VII secolo d.C) dice che Pietro, con Giovanni, corre al sepolcro e vede nei lini sepolcrali “recentia defuncti et resurgentis [ Domini ]. . Un altro riferimento alla Sindone lo troviamo nel “Codex Vossianus Latinus Q69” conservato nella biblioteca dell’Università di Leida (Paesi Bassi). È un manoscritto del X secolo ch riferisce un racconto dell’VIII proveniente dall’area siriaca, tradotto dall’archiatra Smirna. Vi si legge che Gesù lasciò l’impronta di tutto il suo corpo su un telo custodito nella Chiesa Grande di Edessa e chi la contemplava “vedeva il Signore al pari di chi lo aveva incontrato in terra”. È un riferimento inequivocabile alla Sindone! Dopo diverse vicende storiche, nell’anno 944 la Sindone si trova in mano al sultano arabo di Edessa quando in seguito ad uno stretto assedio i Bizantini riescono a farselo consegnare, e la teca contenente il sacro lino giunge a Costantinopoli. Nell’XI-XII secolo d.C. anche i documenti scritti segnalano la presenza della Sindone a Costantinopoli: se ne parla nei cataloghi delle reliquie che si conservavano presso la corte imperiale e in altre testimonianze. Nel 1080 Alessio I Comneno chiede l’aiuto a Enrico IV imperatore e a Roberto di Fiandra per difendere le reliquie raccolte a Costantinopoli, specialmente “le tele rinvenute nel sepolcro, dopo la risurrezione”. Nel 1147 Luigi VII di Francia venerò la Sindone a Costantinopoli. Nel 1171 Manuele I Comneno mostrò ad Amalrico, re dei latini di Gerusalemme, le reliquie della passione, tra le quali la Sindone. E infine, Robert de Clary, cronista della IV crociata, scrisse che “prima della caduta della città, 12 aprile 1204 in mano ai crociati ocidentali, la Sindone veniva esposta ogni venerdì nella Chiesa di S. Maria delle Blacherne” e che su quel telo la figura di Cristo era chiaramente visibile! “ma – aggiunge – nessuno sa ora cosa sia avvenuto del lenzuolo dopo che fu saccheggiata la città”. Dunque, per molti anni, prima dell’arresto dei Templari in Francia, la Sindone fu venerata segretamente dall’Ordine. La testimonianza di ciò venne fuori dopo il loro arresto, quando tra tante accuse infamanti mosse ai Fratelli del Tempio per l’eresia, una era proprio quella di “culto segreto a un volto di un uomo con la barba e i cappelli rossi. E non solo! Esiste anche la documentazione molto veritiera: “Nell'anno 1287 un giovane di buona famiglia del meridione francese, chiamato Arnaut Sabbatier, chiese e ottenne di entrare nell'ordine religioso e militare dei templari: qualcosa che nella società del tempo costituiva un gran privilegio sotto molti punti di vista. Nato a Gerusalemme poco dopo la prima crociata, con la missione di difendere i cristiani di Terrasanta, quello del Tempio diventò ben presto l'ordine più potente e illustre del medioevo cristiano. Durante la sua cerimonia d'ingresso, dopo aver preso i tre voti monastici di povertà, obbedienza e castità, il precettore condusse il giovane Arnaut in un luogo chiuso, accessibile ai soli frati del Tempio: qui gli mostrò un lungo telo di lino che portava impressa la figura di un uomo e gli impose di adorarlo baciandogli per tre volte i piedi.” Questa testimonianza proviene dai documenti del processo ai templari ed è quasi sconosciuta agli storici poiché rappresenta una goccia nel mare per chi debba studiare le intricatissime vicende di quel grande complotto innescato nel 1307 dal re di Francia Filippo IV il Bello ai danni del Tempio! Questo quanto riguarda i dati storici. Adesso vediamo i dati tecnici. Dopo aver effettuato le diverse analisi, pochissimo divulgate, (a differenza di quelli al C14), sono venuti alla luce i seguenti risultati: nel lenzuolo c’è stato avvolto un corpo in rigor mortis; le macchie di sangue si sono formate in seguito della sua deposizione sul lino, ma non vi furono alcune tracce ne di decomposizione del sangue o tessuti corporei ne dello strascinamento, come avviene sempre quando si viene a smuovere il corpo con attorno le macchie di sangue, in poche parole, come se il corpo si fosse volatilizzato dall’interno del lenzuolo trapassandolo; l’immagine formatasi sulle fibre di lino è assente sotto le macchie di sangue, quindi si è formata dopo che il sangue s’impregnò nelle fibre; questa immagine non è un dipinto e nemmeno una bruciatura, bensì la parziale disidratazione delle fibre che si potrebbe ottenere con i raggi simili a laser, solo che per ottenere questo effetto ci vorrebbe un dispositivo in grado di irradiare i raggi a 360°, che nel giorno di oggi la scienza non possiede! Jacques De Molay: Nacque fra il 1240 e il 1250, figlio del nobile burgundo Jean de Longwy e della figlia del Sire di Rahon. Degli anni d'infanzia di Giacomo non si hanno notizie certe. Nel 1265 Giacomo venne accolto nell'ordine dei Templari a Beaune. A condurre le cerimonie di noviziato furono Ymbert de Peraudo e Amalric de Ruppe. Soltanto a partire dal 1270 il nome di Giacomo di Molay riaffiora in Outremer, nome con cui in quei tempi veniva chiamata la Terra Santa. Nel 1285 Giacomo di Molay venne nominato Conte di San Giovanni d'Acri, ma nel 1290 si stabilì a Cipro e pertanto non poté partecipare alla difesa di San Giovanni d'Acri nel 1291. Dal 1294 ricoprì la carica di capo dell'Ordine. Nel corso del processo ai Templari del 1307 fu sottoposto a tortura avallando le tesi dell'accusa e quindi condannato alla prigionia a vita. Si ipotizza che i graffiti nella torre del Castello di Chinon fossero opera di Jacques de Molay ed eventualmente di Geoffrey de Charnay durante la loro prigionia. L'Ordine dei Templari fu definitivamente soppresso dalla Chiesa Cattolica nel 1308. In seguito Jacques de Molay ritrattò le sue dichiarazioni. Ciò lo condannò al rogo assieme al compagno di prigionia Geoffrey de Charnay. Il rogo fu consumato a Parigi sull'isola della Senna detta dei giudei, nei pressi di Notre Dame, il 18 marzo dell'Anno Domini 1314. Confronto: Nel 1204, prima della IV crociata la Sindone non solo già esisteva, ma si sa di sicuro che si trovava a Costantinopoli. Nel 1287 Arnaut Sabbatier la vede e la tocca(bacia i piedi per tre volte) durante il rito post investitura. Jacques De Molay nasce 36-46 anni dopo che la Sindone cade nelle mani degli occidentali della IV crociata nella quale i Templari nemmeno partecipano. Quando Jacques viene arrestato, dal 1307 e fino al 1314, Arnaut Sabbatier da la testimonianza della sua investitura avvenuta nel 1287, ben 20 anni prima del vergognoso complotto! E adesso ditemi voi, come può essere di Jaques de Molay l’impronta sulla Sindone, e soprattutto, i suoi presunti realizzatori medievali dove hanno procurato il dispositivo laser che irradia i raggi a 360°??? E già! La verità è una sola, ma è occultata da talmente tante menzogne, che cercarla è come avventurarsi in un labirinto sotterraneo buio, pieno di vicoli ciechi, e di insidie di ogni genere antiche e moderne! Non per nulla nelle Cattedrali gotiche più importanti sono impressi dei labirinti a forma di cerchio, nel centro dei quali troviamo diversi disegni: una rosa, un sole con il Cristogramma, ma il labirinto più esplicito lo troviamo ad Alatri(Fr), racchiuso in un ambiente che oggi appare come un cunicolo, o intercapedine. E lì in quel cunicolo, sopra una parete volta a mezzogiorno, campeggia l’affresco con il Labirinto ed il “Cristo in Gloria” al suo centro! Perché Dio, disceso sulla terra in Cristo Gesù, portò la Suprema Verità, ma l’umanità non la volle accettare allora, crocifiggendo il Figlio di Dio, non volle accettarla nel medioevo, mettendo al rogo chi l’aveva riportato alla luce tramite gli studi, e continua a non accettarla oggi, diffondendo le false notizie, presentandole come le scoperte sensazionali…. Ma Gesù disse “Nulla vi è di nascosto che non sarà svelato”! la Verità non può morire, appartiene all’eternità!

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