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domenica 15 agosto 2021

Parole chiare sugli UIGURI

 Parole chiare sugli UIGURI

Come è noto nella regione cinese del XinJiang (Nuova Frontiera) abita una popolazione d'origine turca e religione islamica, quella degli uiguri (46% della popolazione), nonché anche altre minoranze islamiche come kirghisi, hui uzbechi, dongxiang e kazachi, per un totale del 55% della popolazione. Dal 2015 la Cina ha promosso una dura repressione contro il terrorismo islamico jihadista dell'ETIM - Movimento Islamico del Turkestan Orientale e del Partito Islamico del Turkestan, i quali nei primi decenni del secolo sono stati responsabili di numerosi atti terroristici, come quello di piazza Tienanmen a Pechino del 2013 (5 morti e 38 feriti), di 197 morti nel 2009 e dell'assalto al commissariato di polizia di Khote nel 2010 e numerosi altri attentati all'inizio della seconda decade del secolo, tra i quali ricordiamo quello di Kashgar che provocò la morte di 19 persone. L'islam uiguro è salafita, sunnita ed uno dei più fondamentalisti del pianeta e soltanto una dura repressione con rieducazione di massa e programmi di de-islamizzazione ha fatto si che la Cina sia l'unico paese al mondo dove è stata applicata una efficace lotta contro il terrorismo islamico. Poiché tale politica si è rilevata vincente,  le  demo-plutocrazie capitaliste non dovrebbe condannare ma, semmai studiare e riproporlo dove il pericolo islamico è più incombente (ad esempio nelle banlieue parigine, nel Londestan britannico ecc). Nessun leader politico e religioso islamico si è permesso di attaccare la Cina per sostenere la causa uiguri, né il Re dell'Arabia Saudita Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd né il neo-califfo turco Recep Tayyip Erdogan, né il Grande Imam  di Al-Azhar Muḥammad Aḥmad al-Tayyib, massima autorità religiosa sunnita né il Grande Āyatollāh Seyyed Alī Ḥoseynī Khāmeneī massima autorità religiosa sciita. Stranamente l'unico leader religioso al mondo che si batte per la causa islamica in Xinjiang è il Grande Iman del Vaticano Jurju abn Maryu (George Mario Bergoglio, noto anche come Papa Francesco), il quale mentre si da da fare per difendere le minoranze islamiche tipo gli uiguri in Cina o i rohingya in Myanmar, si disinteressa completamente della sorte dei cristiani, ad esempio non ha protestato per la sacrilega trasformazione della Basilica di Santa Sofia in Moschea ad Istanbul e non ha detto una parola sulla polizia etnica e le stragi di cristiani armeni in Nagorno Karabakh all'inizio dell'anno ad opera dell'esercito azero supportato da milizia jihaidiste siriane fatte appositamente affluire dal governo turco o al genocidio in atto nel Tigrè da parte dell'esercito etiope del governo di Abiy Ahmed Ali supportato da quello comunista eritreo, contro il popolo tigrino. Forse perché Santa Sofia, gli armeni e i tigrini sono ortodossi? Come mai questo interesse alla difesa dell'Islam e disinteresse a quella dei cristiani è un mistero, ma d'altra parte a Dubai nel 2019 ha firmato col Grande Imam  di Al- Azhar un documento comune nel quale si sostiene una vera e propria eresia, e cioè che il Dio Cristiano (la Santissima Trinità) e quello islamico (Allah) sono la stessa divinità (se un musulmano dicesse che Gesù è Dio verrebbe messo a morte per blasfemia e pertanto dobbiamo concludere che per il Papa il vero dio è Allah...). Ritorniamo allo XinJiang, è bene ricordare che nel 1933 fu fondata la Repubblica Islamica del Turkstan Orientale (o Uyghurstan) e la prima azione che fece questo regime fu quella di sterminare le minoranze religiose cristiane e induiste. Le truppe dell'emiro uiguro Amir Abdullah Bughra ammazzarono o espulsero i missionari svedesi presenti a Yarkand, chiusero, distrussero o trasformarono in moschee le poche decine di chiese luterane o ortodosse presenti nel territorio (prima dell'islamizzazione gli uiguri erano cristiani della chiesa nestoriana). I cristiani, che erano poche migliaia, furono torturati, costretti ad abiurare e se non lo facevano, venivano decapitati. Furono migliaia di cristiani uiguri e kirghisi assassinati nel nome dell'Islam in XinJiang. All'inizio del secolo scorso furono migliaia gli uiguri che ritornarono alla cristianità,  tra questi ricordiamo Johannes Avetaranian (Mohammed Shukri) un discendente del profeta Maometto che dopo aver abbracciato il cristianesimo ne fu uno dei massimi propagandisti. L'estremismo uiguri fu feroce non soltanto verso i cristiani, ma anche contro i commercianti indiani di religione indù presenti in gran numero nelle città e soprattutto contro le donne che avevano sposato degli infedeli che furono tutte trucidate. Va segnalato altresì l'odio degli uiguri contro i cinesi che causarono stragi non soltanto di cinesi pagani di etnia Han ma si scatenò anche quelli musulmani di etnia Hui. I movimenti separatisti e terroristi islamici uiguri, che si finanziano attraverso il traffico di droga e hanno migliaia di combattenti nelle file terroriste islamiche in Siria e Afghanistan,  vedono nella Repubblica Islamica del Turkestan Orientale il modello da seguire e restaurare. Ma forse della difesa dei pochi cristiani lì presenti al Papa non interessa nulla. Va rilevato che, al contrario del governo islamico uiguro che distrusse tutte le chiese cristiane e templi indù o cinesi della regione, la Repubblica Popolare Cinese come è noto è comunista e atea, ma rispetta le minoranze religiose molto di più di quanto lo farebbe una Repubblica Uiguri, infatti nella regione esistono ben 24.000 moschee (15.000 uiguri le altre hui, kirghise, kazachi, uzbechi, dongxiang, tagiki ...), ma vi sono anche numerosi templi buddhisti (40 solo lamaiste tibetani) ed anche 51 chiese per i circa 50.000 cristiani ivi residenti (in maggioranza protestante e cattolica ma anche ortodossi che hanno 2 chiese per i 9.000 d'origine russa). Siamo sicuri che i 50.000 cristiani del XinJiang, che oggi il governo cinese difende non farebbero la fine dei cristiani ed induisti che nel 1933 furono completamente sterminati dal governo islamico uiguri? Io non ne sono sicuro e penso che la sicurezza dei cristiani locali sia maggiormente garantita dal Governo Cinese.


Mons. Filippo Ortenzi

Arcivescovo Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana

tel. +39 0621119875 – email: chiesaortodossaitaliana@gmail.com

Sito Web: www.chiesa-ortodossa.com 


sabato 14 agosto 2021

SORORES TEMPLI:LA VERITÀ CHE IL TEMPO NON CANCELLA


SORORES TEMPLI:

LA VERITÀ CHE IL TEMPO NON CANCELLA

Nella Regola templare di S. Bernardo di Chiaravalle troviamo una clausola: "Che non ci siano più le sorelle". E molti appassionati del medioevo che però non sono addentrati nello studio sui templari in particolare, affermano quasi con certezza matematica che nel Ordine del Tempio non ci fossero le donne e che la figura della DAMA TEMPLARE fu introdotta solo di recente nel ambito dei neo templari. Ma non è così! Se non troviamo nulla sulla presenza femminile nelle commanderie in Terra Santa, al contrario vi è tantissima documentazione che accerta tale presenza nelle Domus occidentali. Nonostante la damnatio memorie messa in atto da secoli, alcuni documenti sparsi per gli archivi e biblioteche sono giunti fino ai nostri giorni: come gli atti notarili, libri contabili, le varie postille riguardanti le cosiddette DONATE e CONVERSE. Dove il termine "conversa" significava la presa dei voti del Ordine.I dati più significativi riguardano Ermengarda D'Oluja, che fu Precettore di Rourel in Catalogna e il convento femminile templare di Muhlen in Germania di cui suore pr ofessavano la Regola del Tempio per ben 12 anni dopo la soppressione del Ordine. Ma Pietro Bernardo e la MOGLIE Borrella sarebbero stati i primi in assoluto ad affiliarsi all’Ordine, almeno secondo i documenti esistenti: la ricezione, infatti, avvenne il 28 novembre 1128, forse a Douzens, poche settimane prima dell’approvazione della Regola durante il concilio di Troyes. E non fu affatto un caso isolato! Anzi, secondo l'ampia documentazione  presentata da Enzo Valentini nel suo libro "Storia segreta dei Templari", si evince che era un'usanza comune che sia i coniugi che le nobildonne single decidevano di donarsi al Tempio. E allora, come mai, chiedereste voi, quella clausola nella Regola? Molto probabilmente è stata imposta dalla Chiesa, visto che già il conciliare il monaco con il guerriero era una rivoluzione nel immaginario collettivo di allora, e ammissione anche delle donne in un tale Ordine, sarebbe lo sconvolgimento totale per l'orientamento maschilista della Chiesa Cattolica medievale. Anche perché tutti ormai sappiamo, che l'Ordine Templare, compreso l'illustre autore della sua Regola, non era affatto maschilista, al contrario! Promuoveva il culto delle varie figure femminili, come la Maria SS Madre di Gesù e Maria Maddalena, apostola degli apostoli. Inoltre S. Bernardo ha difeso e protetto il genio femminile di S. Ildegarda di Bingen, presa di mira dall'Inquisizione!  Nella sua infinita sapienza acquisita durante gli studi nella "Selva Oscura", il santo promotore del ideale templare capì molto bene l'importanza del mantenere L'EQUILIBRIO DEGLI OPPOSTI!E così troviamo in occasione della loro ricezione come “confratres et donatos”, avvenuta nel settembre del 1234, Grimald de Sales e sua moglie  Aygline che cedono il villaggio fortificato di La Clau, con tutte le sue dipendenze , che diventerà una precettoria dipendente da Sainte Eulalie du Larzac. Anche le terre a Villemolaque, nel Rossiglione, sulle quali verrà edificata la potente precettoria del Mas Deu, provenivano dalla donazione fatta il 29 luglio 1133 da Azalais in cambio del suo ingresso nell’Ordine; nel documento la nobildonna faceva espresso voto di povertà: "Io, Acalaidis, donna, dono il mio corpo e la mia anima al Signore Dio ed alla santa milizia gerosolimitana, che chiamano Tempio di Salomone[…]al servizio di Dio, sotto l’obbedienza del maestro (Ugo di Rigaud)[…]. E faccio questo dono perché il Signore mio si è degnato di farsi povero per me; così io voglio essere povera per Lui." Il 18 dicembre 1167 ad Albenga, in Liguria, viene stilato un atto notarile del seguente tenore: "Noi, Robaldo Marabotto e la consorte Giusta, che ammettiamo di vivere secondo il diritto romano, consueto alla nostra nazione, in veste di donatori e offerenti, doniamo ed offriamo noi stessi alla chiesa di San Calocero de pratis in onore di Dio ed al servizio del Tempio. Inoltre io, suddetto Robaldo, con mia spontanea e piena elargizione, da ora dono, cedo, affitto e consegno alla predetta chiesa un manso con le sue pertinenze, che è noto posseggo nel luogo chiamato Bacelega, e qualsiasi cosa posseggo in Valirano[…] e un pezzo di terra posta nel fossato presso le mura della città di Albenga, rendendo dunque dal presente giorno la medesima chiesa proprietaria a pieno diritto di qualsiasi cosa voglia senza alcuna opposizione da parte mia o dei miei eredi."Fra’ Bonifacio, maestro del Tempio in Italia, accetta la donazione e affida a Robaldo la gestione dei beni presenti e futuri di San Calocero, affiancandogli “uno dei nostri confratelli”; in cambio dovrà versare alla casa templare la somma di sessanta soldi di denari genovesi, ogni anno nella festa di San Martino. Inoltre il maestro specifica a Robaldo che "...se tua moglie Giusta morirà prima di te, allora devi abbandonare la tua dimora secolare e abitare in San Calocero per tutta la vita e attendere in questo luogo alle necessità del tuo corpo secondo le possibilità della casa (templare), come se avessi distrutto l’altra; e se tua moglie vivrà dopo di te, affermiamo per lei le medesime cose. "Questa postilla è interessante perché dimostra come la morte di uno dei due coniugi permettesse all’altro di passare dallo stato di donato a quello di converso, con l’obbligo di abitare nella casa del Tempio e non più nella propria. Come anche Ermengarda di Oluja, citata poc'anzi, nel 1196 entrò nell’Ordine insieme al marito Gombau, signore di Vallfogona, concedendo alla domus catalana di Barberà e proprie persone e il castello di Vallfogona de Riucorb con tutti i diritti relativi; benché nel documento vengono citati come frare e soror, essi avevano la qualifica di donati. Poco tempo più tardi, però, alla morte del marito, Ermengarda decise di modificare la sua condizione, prendendo i voti e diventando suora templare a tutti gli effetti: infatti nel 1198 ricopre la carica di PRECETTORE della mansione di Rourell, dipendente da Barberà, una casa doppia nella quale convivevano uomini e donne. I nomi di alcuni di questi donati figurano nella donazione di Berenger Duràn dell’agosto di quell’anno: Ramon de Solsona, Juan, Gillermo Escansset e una donna, di nome Titborga:Figlia di Berenguer de Santa Coloma,  Titborga si era donata al Tempio il primo gennaio 1197, offrendo in cambio una sua proprietà in una località chiamata Casella; al suo ingresso erano presenti, anch’essi in veste di donati, i suddetti Gombau ed Ermengarda.Alcune nobildonne attendono la morte del marito per entrare nel Tempio: nel 1297 Gilotte, vedova di Robert d’ Attichy, diventa suora nella casa di Arras, nella Francia settentrionale; in Inghilterra Jeanne de Ghaldefelde, vedova di Richard, nel 1190 presta giuramento nelle mani di Azo, arcidiacono di Wiltshire, di vivere in castità e di seguire la Regola del Tempio.Se l’Ordine si arricchiva  finanziariamente, dal canto loro gli affiliati ricevevano assistenza materiale e spirituale, non chè la speranza di essere sepolti nel cimitero del Tempio: un desiderio di questo genere venne espresso da Provenza, “conversa e donata in vita e in morte” a Tortosa di Spagna, che nel 1126 aveva promesso il contributo annuale di una libbra di cera alla festa della Pentecoste, e da Rixenda, che tra 1198 e il 1199 offriva corpo e anima ai templari francesi di Pèzenas.Numerosa è la documentazione riguardante la presenza femminile all’interno dell’Ordine, quasi tutta nelle precettorie europee: in Catalogna, nel 1185, Adaladis di Subirats offre se stessa e la sua anima, con la promessa di vivere secondo la Regola del Tempio; nel 1248, sempre nella penisola Iberica, i templari di Saragozza non solo promettono di mantenere la loro donata Dominica de Sieste, ma le assegnano anche una casa “dove risiedere vicino alla nostra chiesa”, probabilmente per evitare di farla vivere nel convento maschile.In Francia, Sycillia de Soigneio viene ricevuta in Champagne nel 1284, insieme alle sue sorelle Isabella e Margareta; agli inizi del XIV secolo nella domus di Payns, la stessa del primo maestro, vivevano un’anziana suora templare e la sua governante che, nel 1309, verranno letteralmente cacciate insieme a tutto il personale del Tempio da Thomas de Savières, ufficiale del re, il quale aveva spogliato la precettoria di tutti i beni mobili, compreso il bestiame.In Provenza Beatrice, vedova di Guglielmo de Fos, viene ricevuta “solennemente” nel 1263 come consorella della magione templare di Saint-Maurice; la cerimonia avviene con il consenso dei nove fratelli della domus e con il consiglio di fra’ Isnard, precettore di Bras. Nello stesso periodo e nella stessa regione, Agnès Chatella si era donata già da qualche tempo all’Ordine, ma solo nel 1267sarà accolta ufficialmente a Bras da"...noi, detto fra’ isnard, umile precettore della detta casa de Brachio[…] per l’autorità e le istruzioni del predetto maestro[…] anche con il consiglio di fra’ Bonifacio e fra’ Pietro Fayola[…] come donata e consorella (in donatam et consororem) della casa del Tempio in tutti i benefici spirituali e temporali presenti e futuri."E tante volte erano addirittura interi monasteri femminili a essere posti sotto il controllo del Tempio, come quello annesso alla precettoria fiorentina di San Jacopo di Campo Corbolini.Nel 1303 il vescovo di Parenzo, in Istria, aveva affidato ai templari di Santa Maria in Capite Brolio di Venezia il monastero camaldolese di San Michele di Leme, decaduto spiritualmente a causa dei comportamenti scandalosi dei precedenti frati; due anni più tardi il precettore Simone da Osimo accetta una tale Agnese come conversa.Invece nella diocesi tedesca di Worms, nel 1272 l’arcivescovo Eberhard I di Baumberg affidò ai templari il convento cistercense di Muhlen, citato  prima. E queste suore si consideravano talmente parte integrante dell’Ordine al punto che nel 1324, si ostinavano  a professare  ancora la sua Regola, benché ormai il Tempio fosse stato soppresso da dodici anni e il monastero passato agli ospedalieri. E hanno pagato il prezzo altissimo per questa loro fedeltà al Tempio: per costringerle a prestare l'obbedienza agli ospedalieri, fu tagliato loro alcun approvigionamento di cibo. E loro si lasciarono morire di fame, ma non hanno rinunciato al giuramento fatto! È curioso che gli ultimi templari del medioevo furono... donne!Durante il processo di Cipro il sergente Guy de Vienne dichiarò che la sua ricezione nel Tempio, avvenuta nella casa francese di Albon, tra gli altri testimoni era presente anche una suora, Humberta de Cremieu (soror Yumberta de Cremena). Purtroppo non si hanno notizie sui compiti assegnati a queste suore, consorelle, converse o donate che fossero; quasi certamente erano di supporto ai cavalieri in occasioni particolari, come quelli amministrativi o assistenziali. A Piacenza l’Ordine aveva la gestione dell’ospedale della Misericordia, annesso alla chiesa di Sant’Egidio, dove nel 1310 è attestata la presenza di una conversa che doveva certo occuparsi della cura dei malati ricoverati.Ma gli archivi ci forniscono altre notizie, secondo le quali alcune di queste sorelle templari godevano di una certa considerazione all’interno di una comunità maschile. Come nel 1221, in un atto di vendita di beni posseduti da una certa Willelma, la sorella e donata Maria Boveria viene elencata prima del precettore  fra’ Caprispinus e di tutti gli altri fratelli della casa templare di Montpellier.( Potrebbe essere che copriva l'incarico di drapiere, un ruolo molto importante!) Berengaria di Liorac, accolta  come donata il 26 marzo 1237 da fra’ Ugone de Montelauro, maestro di Provenza e di Spagna, viene successivamente citata in un documento fra i testimoni templari, tutti uomini, inoltre, sembra anche che desse consigli al precettore di Barberà in Catalogna. In un manoscritto del XIV secolo, conservato alla Bodleian Library di Oxford, è raffigurata una dama con il mantello bianco e la croce rossa all’altezza del cuore, con un cappuccio anch’esso bianco e la medesima croce: in alcuni testi viene indicata come l’immagine di una SORELLA TEMPLARE.Dunque, come vedete, la figura di dama non è una trovata neo templare! Purtroppo, nel medioevo, tutto ciò che riguardava la bravura femminile era messo al secondo piano, tanto più se si trattava di donne templari, che ancora oggi qualcuno vorrebbe consegnare alla damnatio memorie, ma grazie agli autori seri ed appassionati come Enzo Valentini, che a sua volta si  è basato sulle fonti di  "ANONIMO,Catalogo dei Cavalieri Templarij, tanto di quelli che sono stati maestri Generali, come de gli altri cavalieri semplici, commendatorij nel Regno e fuori che vengono registrati nelli Regi Archivii o citati da autori classici", Biblioteca Nazionale di Napoli, ms. X. E. 40,f.1., questa verità viene riportata alla luce del sole, a dispetto di chi afferma il contrario!

Sr+ Federica
Precettore di Cosenza 
Confraternita Templare San Giacomo De Molay
Priorato della Calabria.
nnDnn.