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domenica 29 novembre 2020

Riflessioni sul nuovo Messale Romano di Papa Francesco

      Riflessioni sul  nuovo Messale Romano di Papa Francesco



Domenica 29 novembre sarà ricordata come la data nella quale è entrato in vigore il Novus Ordo Missae o Messa di Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio) nella quale sono riportate varie novità, su alcune delle quali ci permettiamo di effettuare delle riflessioni teologiche. Segnalo, la modifica del Gloria dove, dopo 2000 anni, la frase riportata dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,14) «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà» viene modificata in: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» analoga a quella in uso nelle Chiese Evangeliche «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini, su cui si posa il suo favore» (traduzione della Bibbia in fatta dal protestante lucchese Giovanni Diodati e pubblicata a Ginevra nel XVII secolo). Tale modifica, più vicina alla teologia protestante che a quella cattolica, è in contrasto con la traduzione fatta da san Girolamo (la Vulgata) , che a nostro parere era più esatta, perché “gli uomini di buona volontà” sono coloro che accolgono il messaggio di Gesù, Figlio di Dio, mentre la formula “che egli ama” o “su cui si posa il suo favore” come è recitata nelle chiese evangeliche riformate e luterane, risente da un lato della dottrina agostiniana della Grazia creata e della predestinazione, estranee all’Ortodossia cristiana, e dall’altro a quel misericordismo bergogliano che in un colloquio col giornalista Eugenio Scalfari del marzo 2018 ha sostenuto che “l’inferno non esiste” (come anche che Gesù non era Dio ma un Uomo) e si è fatto promotore di quella teoria detta Apocatastasi (apokatástasis) che significa "ritorno allo stato originario" o "reintegrazione", elaborata da alcuni seguaci di Origine, che fu condannata come eretica dal II Concilio Ecumenico di Costantinopoli del 553 indetto dall’imperatore romano san Giustiniano I, isapostolo, che condannò tale dottrina anche con un apposito Editto. Nel rito della pace non si dice più «Scambiatevi un segno di pace», ma da: «Scambiatevi il dono della pace», tale modifiche, pur contrastando un uso plurisecolare da parte del clero e del popolo sono, a mio parere discutibileè comunque teologicamente neutraPer seguire il pensiero unico del “politicamente corretto” viene aggiunto nell’atto penitenziale della Confessiola parola “sorelle”: «Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle»  cosa ribadita anche nella preghiera per i defunti: «Ricordati anche dei nostri fratelli e delle nostre sorelle». Nella storia della cristianità e nei testi sacri i termini “fratelli” e “uomini non hanno una connotazione maschile ma neutra, intendendo TUTTI i credenti o i membri dell’umanità, è come se uno dovesse declinare al femminile il temine idraulico o al maschile astronauta con i quali più che un genere sessuale s’intende una professione, e a quando parlando degli angeli ci si riferirà a loro come “agli angeli e alle angele”? Altra novità è l’aver modificato, durante il rito eucaristico, alla formula: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo.” (Giov 1,29) che concludeva “Beati gli invitati alla cena del Signore”. Con cena del Signore s’intendeva la santa cena istituita da Gesù, come riportato nei vangeli di Matteo (26,26-28), Marco (14,22-24) e Luca (22,19-20) e nella prima lettera di san Paolo ai Corinzi (11,23-25), mentre conBeati gli invitati alla cena dell’Agnello” si passa da un riferimento evangelico ad uno apocalittico - Apocalisse (19,9) : “E l'angelo mi disse: «Scrivi: "Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell'Agnello"” riferito non al popolo vivente di Dio ma alla Parusia, ossia la venuta di Gesù alla fine dei tempi, per instaurare il Regno di Dio (si vogliono forse trasformare le Chiese in Assemblee del Regno con i cattolici nuovi testimoni di Geova?). La cosa che veramente lascia perplessi è la sostituzione durante la preghiera eucaristica della frase Santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito” con Santifica questi doni con la RUGIADA del tuo Spirito”. Che vuol dire con la rugiada”? Cosa c’entrano queste goccioline dovute alla condensazione del vapore acqueo con l’ipostasi dello Spirito Santo che, semmai, si è manifestato durante il battesimo di Gesù sotto forma di colomba, vedi i vangeli di Matteo (3,13-17), Marco (19,11), Luca (3,21-22) e Giovanni (1,31-33), nella Pentecoste come lingua di fuoco (Atti 2,1-11)? Tale teoria bergogliana della rugiada sembra mutuata dalle teorie teosofiche dello scrittore Georg von Welling e del filosofo ermetico Anton Kirghweger per le quali “l’acqua spirituale, principio di tutte le cose, scende sulla terra ”come rugiada”, raccolta da Sole e Luna” come sostenuto nel testo “Aurea Catena Homeri” e dalla rivista Lucifer della famosa occultista Madame Blawatsky. D’altra parte cosa ci si può attendere da un papa che ha fatto portare in processione, dentro il Vaticano, la statua della dea pagana Pachamamainvitando i cristiani ad onorarla  (1 giugno 2016) perché: A noi tutti piace la Madre Terra perché è quella che ci ha dato la vita”; oppure che ha affermato (7 febbraio 2016): “tra i grandi d’Italia c’è Emma Bonino” (nota atea, abortista, divorzista e promotrice della cultura gender); oppure: anche dentro la santissima Trinità stanno tutti litigando a porte chiuse, mentre fuori l’immagine è di unità(17 marzo 2017); che in un’Omelia a Santa Marta, nello stesso anno, ha sostenuto che Gesù in Croce si è fatto diavolo, serpente” o che in un’udienza generale in piazza San Pietro, ha detto che “la morte di Gesù è un fatto storico ma la sua risurrezione no” o un’infinità di altre eresie per elencare le quali non basta un articolo, e forse neppure un libro.

Mons. Filippo Ortenzi

Arcivescovo Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana

Rettore Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo

email: chiesaortodossaitaliana@gmail.com web: www.chiesa-ortodossa.it

giovedì 15 ottobre 2020

Divina Liturgia Templare a Cosenza

 Divina Liturgia Templare a Cosenza


Domenica 18 ottobre presso la cappella parrocchiale “San Silvestro Protomartire” di Cosenza si svolgerà una Divina Liturgia con l’investitura di due nuovi confratelli templari. La cerimonia sarà celebrata da Padre Nilo (al secolo Alfredo Mancuso) Gran Priore Vicario della Confraternita Templare San Giacomo de Molay, Priore della Calabria e protosincello ortodosso della Diocesi del Mercurion. Alla cerimonia, che causa le misure anti-covid è strettamente privata, parteciperanno unicamente oltreché i celebranti: Padre Nilo (Mancuso), affiancato dalla diaconessa Madre Federica (Pagliani) i novizi: Fabio Marroccoli e Florentina (Lilly) Podaru e fratel Marco Castrovillari di Rocca Imperiale (CS) che sarà elevato al grado di Commendatore del Priorato Templare della Calabria. I nuovi confratelli Fabio e Florentina, sono dei coniugi ortodossi di Altamura (Bari) che il 5 luglio u.s., sono stati uniti nel sacro vincolo del matrimonio da Sua Ecc. Rev.ma Filippo di Roma (al secolo Filippo Ortenzi), arcivescovo Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana, unitamente a Padre Sergio Arduini, nel Santuario della Santissima Trinità di Valle Paradiso, (via Valle Paradiso n. 1 – Boville Ernica FR)

Padre Nilo e madre Federica 

dal Codex Canonum della Chiesa Ortodossa Italiana:

Canone 71 – Confraternita Templare San Giacomo de Molay

Comma 1) La Confraternita Templare di San Giacomo de Molay si prefigge di favorire lo studio e la devozione di San Giacomo de Molay, la ricerca etica e spirituale e lo studio della cultura, degli usi e costumi degli antichi cavalieri, la partecipazione al culto e all'apostolato della Chiesa nonché favorire la conoscenza e la valorizzazione religiosa, culturale e turistica dei luoghi di fede templare, in particolare il Santuario di Castell'Araldo sito nel Comune di Marta (VT) dove la nostra Chiesa ha effettuato il rito di glorificazione del Santo.

Comma 2) Possono entrare a far parte della Confraternita uomini e donne di spiccate virtù cristiane che s’impegnano ad aiutare la Chiesa collaborando con i Vescovi, i Sacerdoti ed i Monaci.

Comma 3) Missione della Confraternita è quello di promuovere l’evangelizzazione e l’educazione dei giovani nonché favorire le vocazioni al sacerdozio ed alla vita monastica.

Comma 4) La Confraternita può essere attivata, qualora vi siano almeno 4 confratelli, presso ogni parrocchia, monastero od anche autonomamente in territori privi di struttura su iniziativa delle parrocchie o del vescovo del luogo, o dalla Cancelleria della Chiesa, previo assenso del vescovo territorialmente competente.

Comma 5)Al momento dell’ammissione è previsto un periodo di noviziato di almeno sei mesi, dopo il quale si potrà essere investiti Confratelli. I Confratelli, all'interno della Chiesa possono essere denominati anche Cavaliere (uomo) o Dama (donna).

Comma 6) A livello locale la Confraternita è incardinata a livello parrocchiale o diocesano, è diretta dal parroco (o dal vescovo) e guidata da un Priore assistito da un Consiglio del quale fa parte il Parroco (o il Vescovo o suo delegato se costituita in località priva di Parrocchia) un Vice-Priore, un Maestro dei Novizi ed altri eventuali dignitari.

Comma 7) La Confraternita a livello nazionale è sposta sotto la guida spirituale dell'Arcivescovo Metropolita che assume la veste di Gran Priore della Confraternita, aiutato da uno o più Gran Priori Vicari, scelti tra i membri del Clero.


la cappella San Silvestro protomartire di Cosenza

I membri delle confraternite della Chiesa Ortodossa Italiana sono dei religiosi regolari regolati dal Canone n. 64 del Codex Canonum della nostra Chiesa che prevede:

Canone 64 – Confratelli

Comma 1) I Confratelli sono i membri di un'associazione pubblica di fedeli, che ha come scopo l’incremento del culto pubblico, la venerazione di un Santo protettore, attività di apostolato e catechesi, e l'esercizio di opere di carità, e che vengono ammessi alla stessa attraverso una cerimonia detta di investitura.

Comma 2) Per essere ammesso all’investitura è prescritto che il candidato: 

a) sia persona di fede e goda di buona reputazione;

b) ne sia dichiarato degno dal Priore della Confraternita alla quale ha chiesto di far parte.

Comma 3)- I Confratelli gerarchicamente dipendono dal Gran Priorato (se Confraternita nazionale) o dal Priore (se locale) nonché dalla direzione del monastero (se di promozione monastica), della Parrocchia e della Diocesi d’appartenenza, e seguono le regole approvate dalla struttura ecclesiale fondatrice o datagli dal Santo Sinodo della Chiesa.

Comma 4)- I Confratelli sono tenuti, salvo giustificato impedimento, a partecipare alle manifestazioni religiose (processioni, divine liturgie ecc.), ed alle opere di apostolato, catechesi, e carità previste dallo Statuto associativo.

Comma 5) La vestizione dei confratelli viene effettuata dal presbitero cappellano della stessa.


P.S. La cerimonia per motivi sanitari è a numero chiuso e non possono partecipare persone diverse dagli interessati ma, chi fosse interessato a divenire confratello può contattare la segreteria della Confraternita: confraternitatemplaresgdemolay@gmail.com - tel.  0621119875 o se vuole aderire al Priorato della Calabria contatti madre Federica: templarfede@gmail.com - tel. 3483184035


domenica 16 agosto 2020

Obolo di San Paolo

dal Codex Canonum - Codice di diritto Canonico 
 della Chiesa Ortodossa Italiana
approvato il 22 agosto 2019 con Bolla Apostolica "Codex Ecclesia Orthodoxa Italica" dal Santo Sinodo 
(prot. N. 14/19)


Canone 111 - Obolo di San Paolo
Comma 1) Al fine di sostenere materialmente coloro che hanno la missione di annunciare il Vangelo e sostenere le attività di carità ed apostolato della Chiesa una volta l'anno, l'ultima domenica di giugno, le comunità ecclesiali provvederanno, a raccogliere delle offerte da mandare alla cassa centrale della Chiesa per le necessità filantropiche e pastorali secondo le disposizioni impartite dalla Cancelleria della Chiesa e dal vescovo del luogo.
Aiutate la Chiesa con la vostra offerta
C.C.B. 103887904 - intestato a Chiesa Ortodossa Italiana

IBAN:  IT59H0200805218000103887904

CAUSALE: Contributo volontario per l'attività della Chiesa Ortodossa Italiana

lunedì 6 luglio 2020

Santuario della SS Trinità - Incoronazione di due nuove famiglie cristiane

Santuario della SS Trinità
Incoronazione di due nuove famiglie cristiane 

Si è svolta, presso il Santuario della Santissima Trinità di Valle Paradiso (Boville Ernica FR) officiata da Sua Ecc. Rev.ma Filippo di Roma (al secolo Filippo Ortenzi),  assistito da Padre Sergio Arduini, Rettore del Santuario,  il Rito dell'Incoronazione che ha unito in matrimonio: Padre Nilo  (al secolo Alfredo Mancuso), nostro sacerdote  e Gran Priore Vicario della Confraternita Templare San Giacomo de Molay con Federica Olga Pagliani, diaconessa della nostra Chiesa e Fabio Marroccolo, confratello templare di Altamura (BA) con Florentina Podaru (detta Lilly).


 Durante la celebrazione della  Divina Liturgia matrimoniale,  gli stessi sono stati incoronati e uniti nel  santo mistero del matrimonio. Il matrimonio ortodosso  non è l'unione legale di un uomo e  di una donna ma è il riconoscimento da parte della Chiesa dell’unione che Dio ha già operato nelle vite degli sposi: è l’ingresso, in modo misterioso, dell’unione umana degli sposi (in quanto unione terrena, soggetta al peccato, al dolore e alla morte) nella dimensione divina del Regno di Dio. La Chiesa Ortodossa considera il legame matrimoniale di un uomo e una donna “mistero grande … in Cristo e nella Chiesa”, e la famiglia che da esso ne deriva una “Chiesa domestica” che costituisce la sola garanzia per la nascita e la educazione cristiana ed ortodossa dei figli.







Efesini 5,25-32: 
“25 E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, 
26 per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, 
27 al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. 
28 Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. 
29 Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, 
30 poiché siamo membra del suo corpo. 
31 Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. 32 Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!”