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domenica 15 agosto 2021

Parole chiare sugli UIGURI

 Parole chiare sugli UIGURI

Come è noto nella regione cinese del XinJiang (Nuova Frontiera) abita una popolazione d'origine turca e religione islamica, quella degli uiguri (46% della popolazione), nonché anche altre minoranze islamiche come kirghisi, hui uzbechi, dongxiang e kazachi, per un totale del 55% della popolazione. Dal 2015 la Cina ha promosso una dura repressione contro il terrorismo islamico jihadista dell'ETIM - Movimento Islamico del Turkestan Orientale e del Partito Islamico del Turkestan, i quali nei primi decenni del secolo sono stati responsabili di numerosi atti terroristici, come quello di piazza Tienanmen a Pechino del 2013 (5 morti e 38 feriti), di 197 morti nel 2009 e dell'assalto al commissariato di polizia di Khote nel 2010 e numerosi altri attentati all'inizio della seconda decade del secolo, tra i quali ricordiamo quello di Kashgar che provocò la morte di 19 persone. L'islam uiguro è salafita, sunnita ed uno dei più fondamentalisti del pianeta e soltanto una dura repressione con rieducazione di massa e programmi di de-islamizzazione ha fatto si che la Cina sia l'unico paese al mondo dove è stata applicata una efficace lotta contro il terrorismo islamico. Poiché tale politica si è rilevata vincente,  le  demo-plutocrazie capitaliste non dovrebbe condannare ma, semmai studiare e riproporlo dove il pericolo islamico è più incombente (ad esempio nelle banlieue parigine, nel Londestan britannico ecc). Nessun leader politico e religioso islamico si è permesso di attaccare la Cina per sostenere la causa uiguri, né il Re dell'Arabia Saudita Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd né il neo-califfo turco Recep Tayyip Erdogan, né il Grande Imam  di Al-Azhar Muḥammad Aḥmad al-Tayyib, massima autorità religiosa sunnita né il Grande Āyatollāh Seyyed Alī Ḥoseynī Khāmeneī massima autorità religiosa sciita. Stranamente l'unico leader religioso al mondo che si batte per la causa islamica in Xinjiang è il Grande Iman del Vaticano Jurju abn Maryu (George Mario Bergoglio, noto anche come Papa Francesco), il quale mentre si da da fare per difendere le minoranze islamiche tipo gli uiguri in Cina o i rohingya in Myanmar, si disinteressa completamente della sorte dei cristiani, ad esempio non ha protestato per la sacrilega trasformazione della Basilica di Santa Sofia in Moschea ad Istanbul e non ha detto una parola sulla polizia etnica e le stragi di cristiani armeni in Nagorno Karabakh all'inizio dell'anno ad opera dell'esercito azero supportato da milizia jihaidiste siriane fatte appositamente affluire dal governo turco o al genocidio in atto nel Tigrè da parte dell'esercito etiope del governo di Abiy Ahmed Ali supportato da quello comunista eritreo, contro il popolo tigrino. Forse perché Santa Sofia, gli armeni e i tigrini sono ortodossi? Come mai questo interesse alla difesa dell'Islam e disinteresse a quella dei cristiani è un mistero, ma d'altra parte a Dubai nel 2019 ha firmato col Grande Imam  di Al- Azhar un documento comune nel quale si sostiene una vera e propria eresia, e cioè che il Dio Cristiano (la Santissima Trinità) e quello islamico (Allah) sono la stessa divinità (se un musulmano dicesse che Gesù è Dio verrebbe messo a morte per blasfemia e pertanto dobbiamo concludere che per il Papa il vero dio è Allah...). Ritorniamo allo XinJiang, è bene ricordare che nel 1933 fu fondata la Repubblica Islamica del Turkstan Orientale (o Uyghurstan) e la prima azione che fece questo regime fu quella di sterminare le minoranze religiose cristiane e induiste. Le truppe dell'emiro uiguro Amir Abdullah Bughra ammazzarono o espulsero i missionari svedesi presenti a Yarkand, chiusero, distrussero o trasformarono in moschee le poche decine di chiese luterane o ortodosse presenti nel territorio (prima dell'islamizzazione gli uiguri erano cristiani della chiesa nestoriana). I cristiani, che erano poche migliaia, furono torturati, costretti ad abiurare e se non lo facevano, venivano decapitati. Furono migliaia di cristiani uiguri e kirghisi assassinati nel nome dell'Islam in XinJiang. All'inizio del secolo scorso furono migliaia gli uiguri che ritornarono alla cristianità,  tra questi ricordiamo Johannes Avetaranian (Mohammed Shukri) un discendente del profeta Maometto che dopo aver abbracciato il cristianesimo ne fu uno dei massimi propagandisti. L'estremismo uiguri fu feroce non soltanto verso i cristiani, ma anche contro i commercianti indiani di religione indù presenti in gran numero nelle città e soprattutto contro le donne che avevano sposato degli infedeli che furono tutte trucidate. Va segnalato altresì l'odio degli uiguri contro i cinesi che causarono stragi non soltanto di cinesi pagani di etnia Han ma si scatenò anche quelli musulmani di etnia Hui. I movimenti separatisti e terroristi islamici uiguri, che si finanziano attraverso il traffico di droga e hanno migliaia di combattenti nelle file terroriste islamiche in Siria e Afghanistan,  vedono nella Repubblica Islamica del Turkestan Orientale il modello da seguire e restaurare. Ma forse della difesa dei pochi cristiani lì presenti al Papa non interessa nulla. Va rilevato che, al contrario del governo islamico uiguro che distrusse tutte le chiese cristiane e templi indù o cinesi della regione, la Repubblica Popolare Cinese come è noto è comunista e atea, ma rispetta le minoranze religiose molto di più di quanto lo farebbe una Repubblica Uiguri, infatti nella regione esistono ben 24.000 moschee (15.000 uiguri le altre hui, kirghise, kazachi, uzbechi, dongxiang, tagiki ...), ma vi sono anche numerosi templi buddhisti (40 solo lamaiste tibetani) ed anche 51 chiese per i circa 50.000 cristiani ivi residenti (in maggioranza protestante e cattolica ma anche ortodossi che hanno 2 chiese per i 9.000 d'origine russa). Siamo sicuri che i 50.000 cristiani del XinJiang, che oggi il governo cinese difende non farebbero la fine dei cristiani ed induisti che nel 1933 furono completamente sterminati dal governo islamico uiguri? Io non ne sono sicuro e penso che la sicurezza dei cristiani locali sia maggiormente garantita dal Governo Cinese.


Mons. Filippo Ortenzi

Arcivescovo Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana

tel. +39 0621119875 – email: chiesaortodossaitaliana@gmail.com

Sito Web: www.chiesa-ortodossa.com 


sabato 14 agosto 2021

SORORES TEMPLI:LA VERITÀ CHE IL TEMPO NON CANCELLA


SORORES TEMPLI:

LA VERITÀ CHE IL TEMPO NON CANCELLA

Nella Regola templare di S. Bernardo di Chiaravalle troviamo una clausola: "Che non ci siano più le sorelle". E molti appassionati del medioevo che però non sono addentrati nello studio sui templari in particolare, affermano quasi con certezza matematica che nel Ordine del Tempio non ci fossero le donne e che la figura della DAMA TEMPLARE fu introdotta solo di recente nel ambito dei neo templari. Ma non è così! Se non troviamo nulla sulla presenza femminile nelle commanderie in Terra Santa, al contrario vi è tantissima documentazione che accerta tale presenza nelle Domus occidentali. Nonostante la damnatio memorie messa in atto da secoli, alcuni documenti sparsi per gli archivi e biblioteche sono giunti fino ai nostri giorni: come gli atti notarili, libri contabili, le varie postille riguardanti le cosiddette DONATE e CONVERSE. Dove il termine "conversa" significava la presa dei voti del Ordine.I dati più significativi riguardano Ermengarda D'Oluja, che fu Precettore di Rourel in Catalogna e il convento femminile templare di Muhlen in Germania di cui suore pr ofessavano la Regola del Tempio per ben 12 anni dopo la soppressione del Ordine. Ma Pietro Bernardo e la MOGLIE Borrella sarebbero stati i primi in assoluto ad affiliarsi all’Ordine, almeno secondo i documenti esistenti: la ricezione, infatti, avvenne il 28 novembre 1128, forse a Douzens, poche settimane prima dell’approvazione della Regola durante il concilio di Troyes. E non fu affatto un caso isolato! Anzi, secondo l'ampia documentazione  presentata da Enzo Valentini nel suo libro "Storia segreta dei Templari", si evince che era un'usanza comune che sia i coniugi che le nobildonne single decidevano di donarsi al Tempio. E allora, come mai, chiedereste voi, quella clausola nella Regola? Molto probabilmente è stata imposta dalla Chiesa, visto che già il conciliare il monaco con il guerriero era una rivoluzione nel immaginario collettivo di allora, e ammissione anche delle donne in un tale Ordine, sarebbe lo sconvolgimento totale per l'orientamento maschilista della Chiesa Cattolica medievale. Anche perché tutti ormai sappiamo, che l'Ordine Templare, compreso l'illustre autore della sua Regola, non era affatto maschilista, al contrario! Promuoveva il culto delle varie figure femminili, come la Maria SS Madre di Gesù e Maria Maddalena, apostola degli apostoli. Inoltre S. Bernardo ha difeso e protetto il genio femminile di S. Ildegarda di Bingen, presa di mira dall'Inquisizione!  Nella sua infinita sapienza acquisita durante gli studi nella "Selva Oscura", il santo promotore del ideale templare capì molto bene l'importanza del mantenere L'EQUILIBRIO DEGLI OPPOSTI!E così troviamo in occasione della loro ricezione come “confratres et donatos”, avvenuta nel settembre del 1234, Grimald de Sales e sua moglie  Aygline che cedono il villaggio fortificato di La Clau, con tutte le sue dipendenze , che diventerà una precettoria dipendente da Sainte Eulalie du Larzac. Anche le terre a Villemolaque, nel Rossiglione, sulle quali verrà edificata la potente precettoria del Mas Deu, provenivano dalla donazione fatta il 29 luglio 1133 da Azalais in cambio del suo ingresso nell’Ordine; nel documento la nobildonna faceva espresso voto di povertà: "Io, Acalaidis, donna, dono il mio corpo e la mia anima al Signore Dio ed alla santa milizia gerosolimitana, che chiamano Tempio di Salomone[…]al servizio di Dio, sotto l’obbedienza del maestro (Ugo di Rigaud)[…]. E faccio questo dono perché il Signore mio si è degnato di farsi povero per me; così io voglio essere povera per Lui." Il 18 dicembre 1167 ad Albenga, in Liguria, viene stilato un atto notarile del seguente tenore: "Noi, Robaldo Marabotto e la consorte Giusta, che ammettiamo di vivere secondo il diritto romano, consueto alla nostra nazione, in veste di donatori e offerenti, doniamo ed offriamo noi stessi alla chiesa di San Calocero de pratis in onore di Dio ed al servizio del Tempio. Inoltre io, suddetto Robaldo, con mia spontanea e piena elargizione, da ora dono, cedo, affitto e consegno alla predetta chiesa un manso con le sue pertinenze, che è noto posseggo nel luogo chiamato Bacelega, e qualsiasi cosa posseggo in Valirano[…] e un pezzo di terra posta nel fossato presso le mura della città di Albenga, rendendo dunque dal presente giorno la medesima chiesa proprietaria a pieno diritto di qualsiasi cosa voglia senza alcuna opposizione da parte mia o dei miei eredi."Fra’ Bonifacio, maestro del Tempio in Italia, accetta la donazione e affida a Robaldo la gestione dei beni presenti e futuri di San Calocero, affiancandogli “uno dei nostri confratelli”; in cambio dovrà versare alla casa templare la somma di sessanta soldi di denari genovesi, ogni anno nella festa di San Martino. Inoltre il maestro specifica a Robaldo che "...se tua moglie Giusta morirà prima di te, allora devi abbandonare la tua dimora secolare e abitare in San Calocero per tutta la vita e attendere in questo luogo alle necessità del tuo corpo secondo le possibilità della casa (templare), come se avessi distrutto l’altra; e se tua moglie vivrà dopo di te, affermiamo per lei le medesime cose. "Questa postilla è interessante perché dimostra come la morte di uno dei due coniugi permettesse all’altro di passare dallo stato di donato a quello di converso, con l’obbligo di abitare nella casa del Tempio e non più nella propria. Come anche Ermengarda di Oluja, citata poc'anzi, nel 1196 entrò nell’Ordine insieme al marito Gombau, signore di Vallfogona, concedendo alla domus catalana di Barberà e proprie persone e il castello di Vallfogona de Riucorb con tutti i diritti relativi; benché nel documento vengono citati come frare e soror, essi avevano la qualifica di donati. Poco tempo più tardi, però, alla morte del marito, Ermengarda decise di modificare la sua condizione, prendendo i voti e diventando suora templare a tutti gli effetti: infatti nel 1198 ricopre la carica di PRECETTORE della mansione di Rourell, dipendente da Barberà, una casa doppia nella quale convivevano uomini e donne. I nomi di alcuni di questi donati figurano nella donazione di Berenger Duràn dell’agosto di quell’anno: Ramon de Solsona, Juan, Gillermo Escansset e una donna, di nome Titborga:Figlia di Berenguer de Santa Coloma,  Titborga si era donata al Tempio il primo gennaio 1197, offrendo in cambio una sua proprietà in una località chiamata Casella; al suo ingresso erano presenti, anch’essi in veste di donati, i suddetti Gombau ed Ermengarda.Alcune nobildonne attendono la morte del marito per entrare nel Tempio: nel 1297 Gilotte, vedova di Robert d’ Attichy, diventa suora nella casa di Arras, nella Francia settentrionale; in Inghilterra Jeanne de Ghaldefelde, vedova di Richard, nel 1190 presta giuramento nelle mani di Azo, arcidiacono di Wiltshire, di vivere in castità e di seguire la Regola del Tempio.Se l’Ordine si arricchiva  finanziariamente, dal canto loro gli affiliati ricevevano assistenza materiale e spirituale, non chè la speranza di essere sepolti nel cimitero del Tempio: un desiderio di questo genere venne espresso da Provenza, “conversa e donata in vita e in morte” a Tortosa di Spagna, che nel 1126 aveva promesso il contributo annuale di una libbra di cera alla festa della Pentecoste, e da Rixenda, che tra 1198 e il 1199 offriva corpo e anima ai templari francesi di Pèzenas.Numerosa è la documentazione riguardante la presenza femminile all’interno dell’Ordine, quasi tutta nelle precettorie europee: in Catalogna, nel 1185, Adaladis di Subirats offre se stessa e la sua anima, con la promessa di vivere secondo la Regola del Tempio; nel 1248, sempre nella penisola Iberica, i templari di Saragozza non solo promettono di mantenere la loro donata Dominica de Sieste, ma le assegnano anche una casa “dove risiedere vicino alla nostra chiesa”, probabilmente per evitare di farla vivere nel convento maschile.In Francia, Sycillia de Soigneio viene ricevuta in Champagne nel 1284, insieme alle sue sorelle Isabella e Margareta; agli inizi del XIV secolo nella domus di Payns, la stessa del primo maestro, vivevano un’anziana suora templare e la sua governante che, nel 1309, verranno letteralmente cacciate insieme a tutto il personale del Tempio da Thomas de Savières, ufficiale del re, il quale aveva spogliato la precettoria di tutti i beni mobili, compreso il bestiame.In Provenza Beatrice, vedova di Guglielmo de Fos, viene ricevuta “solennemente” nel 1263 come consorella della magione templare di Saint-Maurice; la cerimonia avviene con il consenso dei nove fratelli della domus e con il consiglio di fra’ Isnard, precettore di Bras. Nello stesso periodo e nella stessa regione, Agnès Chatella si era donata già da qualche tempo all’Ordine, ma solo nel 1267sarà accolta ufficialmente a Bras da"...noi, detto fra’ isnard, umile precettore della detta casa de Brachio[…] per l’autorità e le istruzioni del predetto maestro[…] anche con il consiglio di fra’ Bonifacio e fra’ Pietro Fayola[…] come donata e consorella (in donatam et consororem) della casa del Tempio in tutti i benefici spirituali e temporali presenti e futuri."E tante volte erano addirittura interi monasteri femminili a essere posti sotto il controllo del Tempio, come quello annesso alla precettoria fiorentina di San Jacopo di Campo Corbolini.Nel 1303 il vescovo di Parenzo, in Istria, aveva affidato ai templari di Santa Maria in Capite Brolio di Venezia il monastero camaldolese di San Michele di Leme, decaduto spiritualmente a causa dei comportamenti scandalosi dei precedenti frati; due anni più tardi il precettore Simone da Osimo accetta una tale Agnese come conversa.Invece nella diocesi tedesca di Worms, nel 1272 l’arcivescovo Eberhard I di Baumberg affidò ai templari il convento cistercense di Muhlen, citato  prima. E queste suore si consideravano talmente parte integrante dell’Ordine al punto che nel 1324, si ostinavano  a professare  ancora la sua Regola, benché ormai il Tempio fosse stato soppresso da dodici anni e il monastero passato agli ospedalieri. E hanno pagato il prezzo altissimo per questa loro fedeltà al Tempio: per costringerle a prestare l'obbedienza agli ospedalieri, fu tagliato loro alcun approvigionamento di cibo. E loro si lasciarono morire di fame, ma non hanno rinunciato al giuramento fatto! È curioso che gli ultimi templari del medioevo furono... donne!Durante il processo di Cipro il sergente Guy de Vienne dichiarò che la sua ricezione nel Tempio, avvenuta nella casa francese di Albon, tra gli altri testimoni era presente anche una suora, Humberta de Cremieu (soror Yumberta de Cremena). Purtroppo non si hanno notizie sui compiti assegnati a queste suore, consorelle, converse o donate che fossero; quasi certamente erano di supporto ai cavalieri in occasioni particolari, come quelli amministrativi o assistenziali. A Piacenza l’Ordine aveva la gestione dell’ospedale della Misericordia, annesso alla chiesa di Sant’Egidio, dove nel 1310 è attestata la presenza di una conversa che doveva certo occuparsi della cura dei malati ricoverati.Ma gli archivi ci forniscono altre notizie, secondo le quali alcune di queste sorelle templari godevano di una certa considerazione all’interno di una comunità maschile. Come nel 1221, in un atto di vendita di beni posseduti da una certa Willelma, la sorella e donata Maria Boveria viene elencata prima del precettore  fra’ Caprispinus e di tutti gli altri fratelli della casa templare di Montpellier.( Potrebbe essere che copriva l'incarico di drapiere, un ruolo molto importante!) Berengaria di Liorac, accolta  come donata il 26 marzo 1237 da fra’ Ugone de Montelauro, maestro di Provenza e di Spagna, viene successivamente citata in un documento fra i testimoni templari, tutti uomini, inoltre, sembra anche che desse consigli al precettore di Barberà in Catalogna. In un manoscritto del XIV secolo, conservato alla Bodleian Library di Oxford, è raffigurata una dama con il mantello bianco e la croce rossa all’altezza del cuore, con un cappuccio anch’esso bianco e la medesima croce: in alcuni testi viene indicata come l’immagine di una SORELLA TEMPLARE.Dunque, come vedete, la figura di dama non è una trovata neo templare! Purtroppo, nel medioevo, tutto ciò che riguardava la bravura femminile era messo al secondo piano, tanto più se si trattava di donne templari, che ancora oggi qualcuno vorrebbe consegnare alla damnatio memorie, ma grazie agli autori seri ed appassionati come Enzo Valentini, che a sua volta si  è basato sulle fonti di  "ANONIMO,Catalogo dei Cavalieri Templarij, tanto di quelli che sono stati maestri Generali, come de gli altri cavalieri semplici, commendatorij nel Regno e fuori che vengono registrati nelli Regi Archivii o citati da autori classici", Biblioteca Nazionale di Napoli, ms. X. E. 40,f.1., questa verità viene riportata alla luce del sole, a dispetto di chi afferma il contrario!

Sr+ Federica
Precettore di Cosenza 
Confraternita Templare San Giacomo De Molay
Priorato della Calabria.
nnDnn.

venerdì 23 luglio 2021

ACCUSE AI TEMPLARI: MA DOV'È L'ERESIA(Parte seconda)


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ACCUSE AI TEMPLARI: 
             MA DOV'È L'ERESIA(Parte seconda)
 
Dopo i tragici eventi riguardanti l’Ordine del Tempio conclusisi con la morte sul rogo del nostro amato Gran Maestro Jacques De Molay, le calunnie fabbricate ad hoc da De Nogaret hanno preso piede dando alito a tantissime leggende sulla presunta eresia della dottrina Templare, che con gli anni sono diventate fonte di ispirazione per tanti romanzieri di genere Mistery e Giallo . Sono stati versati fiumi d’inchiostro dipingendo i nostri confratelli del medioevo adesso come eroi, adesso come oscuri complottanti, adesso come misteriosi personaggi dediti alle magie, rendendo l’alone di mistero ancor più fitto in mancanza della documentazione storica purtroppo irrimediabilmente perduta nei secoli della damnatio memorie.In realtà dal tardo medioevo e fino ai giorni nostri gli studi sui Templari presero le seguenti correnti:• Gli studi storici ufficiali correlati di documentazione purtroppo poca e incompleta• Gli studi dei simboli, basati per lo più sull’intuizione dei simbolisti• Gli studi dell’architettura templare riguardanti la tecnica usata, compresi i simboli• I pseudo studi basati sulle congetture spesso privi di qualsiasi fondamento.
E fu così fin quando negli archivi vaticani fu ritrovata per puro caso(?) un’antica pergamena medievale che per sbaglio di catalogazione si trovò in un altro fascicolo: nel registro di un Papa che visse nel fine 300 D.C. E probabilmente, visto la damnatio memorie dei secoli passati, proprio grazie a questo sbaglio il documento arrivò intatto ed integro fino ai nostri giorni. Fu denominato pergamena di Chinon, e conteneva le informazioni molto importanti, come l’assoluzione e riammissione ai sacramenti dei Dignitari del Tempio imprigionati nel castello di Chinon, tra i quali anche Jacques De Molay. La riammissione ai sacramenti dei Templari prigionieri di Chinon significa esattamente che nel loro operato, la loro dottrina, il loro modo di pensare non vi era nulla di eretico! Proprio perché non solo agli eretici chiaramente affermati, ma nemmeno ai presunti tali nel medioevo non si concedevano i sacramenti assolutamente! Un ulteriore conferma di assoluta fede retta dei fratelli del Tempio ci arriva dall’altra fonte storica: uno dei più temibili inquisitori del periodo Bernardo Gui scrisse un manuale per gli inquisitori, nel quale erano elencate tutte le eresie del tempo, tra cui c’erano gli ebrei, i saraceni, i catari, ma… nessuna traccia sull’eresia dei Templari!Per rendere chiaro il concetto di cosa sia l’eresia, c’è da capire prima cosa sia il dogma. Il dogma, in parole povere, sarebbe una realtà riguardante la fede, che però non fa parte dei testi canonici. Non sta scritta nei vangeli, non viene rivelata in modo soprannaturale e nemmeno ha un determinato canone di tempo. Il dogma viene, per così dire, deciso durante i concili quando salta fuori qualche contraddizione dottrinale tra i vari esponenti delle scuole di pensiero religioso. Un concetto molto discutibile a mio avviso, perché poco coerente con ciò che è veramente la realtà divina. Se Dio è la Somma Sapienza Creatrice che creò la dimensione spaziotemporale, senza tuttavia esserne parte, se la dimensione di Dio e delle altre sue creature incorporee, come gli angeli vive l’eterno presente, come si può collocare la sua realtà all’interno dei determinati periodi di tempo? Se prendiamo ad esempio Sant’Agostino. Nelle sue CONFESSIONI lui tratta l’argomento della predestinazione, cioè la negazione parziale del libero arbitrio. Il dogma, però ci dice il contrario, come mai? Il fatto sta che il dogma in questione fu deciso e approvato dalla Chiesa molti secoli dopo che S. Agostino scrisse il diario delle sue confessioni. Ma se Dio è eterno e non cambia la sua realtà, e si tratta proprio della SUA realtà, che nel concetto dell’eterno presente è sempre quella, ciò che sarebbe sbagliato affermare dopo il pronunciamento del dogma lo era anche prima!!! Come mai allora lo stesso testo se scritto nel periodo della Patristica è un riferimento per i fedeli, ma se fosse stato scritto nel medioevo sarebbe stato tacciato di eresia e dato alle fiamme? Ecco il dogma è questo: si radunano i concili per discutere, argomentare e poi votare ciò che è più conveniente far credere alle masse. Nel giorno d’oggi tutti sappiamo che il globo terrestre è rotondo, che la terra gira intorno al sole e non viceversa, che ci sono tanti altri sistemi solari oltre il nostro. E questa verità era nota agli uomini già nei tempi della stesura dell’Antico Testamento. Nel Libro dei Proverbi c’è un passaggio:” …quando disponeva le fondamenta della terra, io ero con lui come artefice, ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui ogni istante, giocavo sul globo terrestre ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo”(Pro 8,29-31). Dunque la definizione della terra come globo è contenuta nei libri sacri. Ma a un certo punto della storia, i vertici della Chiesa decisero durante uno dei concili di far credere alle masse che la terra è piatta, che il sole gira attorno alla terra, e nel tentativo di sfatare tale dogma alcuni sono finiti sul rogo! Ecco cos’è il dogma! E ora passiamo al termine “eresia”. Il significato di questo termine tradotto dal greco è “scelta”. Cioè uno può scegliere di non seguire le indicazioni del dogma, ma andare alla ricerca personale, interiore che può essere verità o illusione, ma che non rientra nei parametri di ciò che gli altri vorrebbero far credere. Tornando ai Templari, la pergamena di Chinon ci dice che i cardinali mandati dal Papa in segreto a interrogare i cavalieri prigionieri non hanno riscontrato nulla di eretico nel loro modo di pensare e di credere. Dunque un documento storico autentico ed inconfutabile attesta l’infondatezza e la montatura di tutte le accuse di eresia. Ma è pur vero che tutto il simbolismo delle Cattedrali gotiche da loro progettate riporta l’antico sapere come la numerologia sacra, la geometria sacra, l’astrologia, il sapere cabalistico, l’alchimia, e tante altre materie che sono considerate occulte e bandite dalla Chiesa. Come mai?Ed è qui che viene il bello! In una delle sue conferenze sulla questione del processo ai Templari Barbara Frale, grande studiosa degli archivi vaticani che scoprì la pergamena di Chinon, nomina un personaggio di rilievo, probabilmente uno dei consiglieri reali, comunque molto vicino al re, di nome Raimondo Lullo, che era politico, religioso e… alchimista, conoscitore della Cabala, spiegando che in quel tempo era una cosa normalissima per gli intellettuali o personaggi di spicco! . Un’incoerenza però c’è da notare, riguardo la considerazione dell’eresia di allora: Era un’eresia l’appartenenza alla fede ebraica, che è fondata sulla Cabala, ma non era l’eresia per gli esponenti di spicco cattolici conoscere la Cabala. Inoltre, le tracce di riferimenti al sapere dell’Ottava, nonché al Santo Graal, Vesica Piscis e tanti altri simboli che noi adesso attribuiamo ai Templari, sono molto presenti nelle icone bizantine risalenti al periodo precedente alla istituzione dell’Ordine del Tempio. Così come anche le triplici cinte, i fiori della vita, la doppia spirale, li troviamo addirittura nelle epoche non solo pre cristiane, ma pre ebraiche e molto probabilmente pre egizie! Da qui apprendiamo che di tutta l’infinita simbologia templare, soltanto pochi simboli sono propriamente loro. La maggior parte di essi invece fu presa dall’antichità ed adattata alla filosofia del Tempio! E nel tempo dei Poveri Commilitoni di Cristo tutto ciò non era considerato un eresia!Ciò che si nota è che un sapere antichissimo man mano viene oscurato e ridotto al rango di eresia soltanto successivamente, riportando indietro la coscienza collettiva, tenendola nell’ignoranza con l’aiuto del dogma! Per quale motivo? Semplice! Più ignorante è il popolo più è facile ai suoi oppressori comandarlo! Ma i Templari il loro sapere lo usavano in modo diverso. Pur possedendo le conoscenze precluse per i semplici mortali, loro le hanno messo a disposizione del progresso e miglioramento del livello e della qualità di vita per tutti! E oltre alla questione di denaro e dei debiti, è questo loro atteggiamento che incuteva un certo sgomento alla classe dirigente di allora! La solita lotta tra i due opposti: il Sapere e il Potere!Adesso torniamo alle fonti ufficiali, cioè la Pergamena di Chinon ed analizziamo la posizione del Papa: Questo documento sfatta l’errata opinione sul ruolo del Papa Clemente V in tutta questa tragica vicenda. In effetti prima del ritrovamento della pergamena di Chinon il pensiero degli storici era che il Papa credeva alle accuse mosse al Ordine, considerandolo eretico, mentre alla luce dei fatti riemersi dal documento, si venne a sapere che non fu affatto così: il Papa era convinto dell’innocenza dei fratelli del Tempio, ma fu costretto a suon di ricatti e minacce a “sacrificare l’Ordine”per non incorrere nelle conseguenze peggiori. Durante gli anni del processo durato dal 1307 fino al 1312, il Papa cerca in diversi modi di evidenziare l’innocenza dell’Ordine in materia di fede.Addirittura , per aggirare le prepotenze del re e i suoi consiglieri, organizza una missione segreta mandando i suoi tre cardinali fedelissimi ad interrogare i cavalieri prigionieri del castello di Chinon dando loro la piena assoluzione. Ma sempre dagli studi di Barbara Frale emerge che tra la data dell’interrogatorio segreto tenutosi a Chinon e gli atti scritti dal papa riguardo la riammissione dell’Ordine ai sacramenti c’è una incongruenza: Clemente V assolse i Templari da tale accusa prima di mandare i tre cardinali a Chinon! Quindi la missione segreta è servita solo da conferma! E da qui prende una soluzione assurda e priva di logica. Pur non trovando gli argomenti per la soppressione, sospende l’Ordine con un provvedimento reversibile e quindi rievocabile, ma nello stesso tempo ne vieta l’uso del nome, del mantello e dei simboli, lasciando però il processo svolto senza verdetto finale: non c’è ne condanna ne assoluzione finale. Un paradosso storico-giuridico che da inizio al colossale insabbiamento della storia!Tornando al discorso dell’eresia, da quando iniziò ad esserla la dottrina templare? La risposta la troviamo negli anni seguenti la fine dell’Ordine. Il successore di Clemente V , Jacques Dueze, alias Giovanni XXII, papa ad Avignone dal 1316 al 1334, con la bolla “damnatio memoriae” (dannazione della memoria), chiedeva ai fedeli “di scalpellare le croci patenti, gli affreschi, i sigilli e i simboli templari da ogni luogo perché se ne estinguesse la memoria in eterno”, cancellando, eliminando, nel contempo, anche preziosi documenti di storico interesse. Jacques Dueze che prese il nome di papa Giovanni XXII, fu un enigmatico personaggio, la sua carriera ecclesiastica è veloce come quella di Clemente V, sceglie un nome che doveva essere seguito dal numero “ventidue”, come il numero delle lettere ebraiche, dei Tarocchi e dei Grandi Maestri del Tempio. Noto come esperto alchimista: pubblica diversi trattati su molti settori, tra cui due parlano del come affrontare l’ermetica arte della trasmutazione e L’Elisir dei Filosofi. Per questo papa nell’ultimo giudizio, inferno e paradiso non esistono … e le anime nel post mortem dimorano in una sorta di vuoto. Strano papa in odor di eresia, stavolta quella vera, che perseguita i Templari anche nella loro memoria? La mancanza di documenti cartacei e murali non sorprende, fortunatamente alcuni affreschi e sculture che furono risparmiate perché non compresi, o che erano posizioni isolate e poco conosciute, ci tramandano il sapere templare. Sono rimaste veramente poche le vestigia di quelle che furono potenti Commanderie, Mansio fortificate o Domus rurali, addirittura spesso rimane solo una pietra incisa, una croce patente spezzata o riutilizzata, inserita quasi a caso in un muro, in un arco di volta con simboli solari.In termini pratici fu l’opera dei pontefici, e in genere delle autorità ecclesiali, rivolta alla rimozione pianificata di ogni memoria templare, di ogni circostanza storica e culturale che potesse richiamare il ricordo dell’Ordine, e con essa anche dell’antico sapere da loro tramandato. Ed è da allora, man mano questo sapere viene ridotto al rango di eresia, paragonato alla stregoneria e magia. E fu più o meno in quel arco del tempo che i vertici della Chiesa approfittarono dell’occasione con la scusa della damnatio memorie dei templari a proibire la conoscenza, la ricerca spirituale personale divenne qualcosa di proibito, e le manifestazioni soprannaturali nelle varie esperienze mistiche dei santi dell’epoca non furono credute, ma si continuò a sfornare i dogmi votati durante i concili!La domanda però è: perché un papa alchimista, cabalista, ricercatore della Pietra Filosofale cercò di eliminare la memoria dei Templari? La risposta è sempre quella: per il potere! Avendo le conoscenze si acquista una certa indipendenza del pensiero e delle azioni. Chi sa è difficilmente manovrabile, e perciò era importante tenere queste conoscenze solo per se e per una cerchia stretta dell’elite ecclesiale!La cosa curiosa è che questo importantissimo documento di Pergamena di Chinon fu trovato durante il pontificato di Benedetto XVI, un pontificato durante il quale furono usciti alla luce tutti gli scandali vaticani antichi e contemporanei, abilmente insabbiati e tenuti nascosti al mondo laico fin ad allora. Alla luce di questo ritrovamento fu persino redatto un prezioso volume di edizione limitata, peraltro costosissimo, che riportava tutti gli atti dell’infame processo contro i Templari. E da allora l’opinione pubblica sui Templari fu rivista e rivalutata. Si cominciò a capire che le accuse, il processo e l’esecuzione furono nient’altro che un losco intrigo politico per eliminare i personaggi scomodi.In quel periodo si accesero tante speranze delle molteplici confraternite di ispirazione templare di vedere finalmente, dopo 800 anni, la giustizia nei confronti di tanti innocenti ingiustamente condannati, e la riammissione dell’Ordine Templare all’interno della Chiesa con la dignità che gli conviene! Eppure per alcuni esponenti del clero non bastò nemmeno la documentazione storica per rivedere le proprie convinzioni nei riguardi dell’operato dell’Ordine da una parte, e della Chiesa dall’altra, che troppo spesso si trova invischiata nelle vicende politiche del potere temporaneo invece di curare la parte spirituale della popolazione! All’interno della Chiesa vi sono tutt’ora le correnti di pensiero che sono i nemici acerrimi dell’Ordine, che si inorridiscono solo nel sentirne parlare! Che però approvano l’operato degli inquisitori, sminuendo gli orrori da essi commessi, dimenticando che per loro molti innocenti, soprattutto le donne, ma anche i ricercatori, i filosofi, e persino alcuni santi furono torturati, condannati e uccisi in modi atroci che non hanno nulla da invidiare agli orrori dei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale!Ricordo che poco dopo il clamore suscitato da questo inaspettato ritrovamento un altro evento molto più recente ed attuale oscurò e mise in secondo piano la vicenda: Il Papa Benedetto XVI rinunciò al pontificato…La nota simbolista Maria Grazia Lopardi in una delle sue conferenze paragonò gli eventi dei nostri tempi con i tempi in cui abdicò Celestino V, dicendo che la biforcazione temporale di allora si ripete adesso. In parte si, è vero, ma tra i due eventi ci sono notevoli differenze.Se nel medioevo, secondo la Lopardi, il papa Celestino V rappresentava la corrente spiritualista della Chiesa e Bonifacio VII la corrente dell’autorità ecclesiale che si opponeva alla prepotenza del potere temporaneo, che voleva la Chiesa al suo servizio, nella situazione odierna abbiamo il dimissionario Benedetto XVI il tradizionalista, sì spirituale ma anche l’oppositore delle interferenze del potere temporaneo nelle questioni ecclesiali. Il papa attuale però, assomiglia di più a Clemente V, sottomesso e messo al servizio del potere laico mondialista piuttosto che a Bonifacio VIII difensore dell’indipendenza della Chiesa dalla politica del momento ! Ma le differenze più sentite sono nell’atteggiamento delle banche.Se nel medioevo il sistema bancario inventato dai Templari era rivolto al miglioramento della qualità di vita di chi si rivolgeva ai suoi servizi, adesso le banche non più appartenenti ai Templari, sono lo strumento di controllo dello Stato sulla popolazione. Se le banche Templari costituivano la sicurezza, perché i beni altrui affidati loro non erano adoperati in nessun operazione senza il permesso del depositario, e chi si trovava in difficoltà, come ad esempio i contadini, poteva contare sull’aiuto senza conseguenze devastanti, le banche di adesso sono tutt’altro che sicure, e i prestiti vanno concessi solo a chi sta già bene, e spesso a interessi esorbitanti e spaculativi!E i Templari? l’internazionalismo e l’ecumenismo dei Templari medievali nulla ha a che vedere con la politica mondialista di oggi! In primis i Templari medievali non avevano lo scopo di costruire uno Stato europeo unito. Avevano sì le sedi sparse per diversi Stati, come anche gli altri ordini religiosi, ma questo perché erano subordinati direttamente al papa! Quanti ordini monastici hanno tutt’oggi le sedi in tutto il mondo, ma nessuno insinua che loro hanno uno Stato tutto loro!E soprattutto i Templari non aspiravano al comando e controllo di tutto il mondo, come lo aspirano i mondialisti di oggi, che peraltro NON SONO templari! Anzi, dirò di più, la maggior parte dei Templari contemporanei sono CONTRO la politica mondialista! In questa biforcazione temporale stiamo assistendo ad un certo capovolgimento dei valori e posizioni. Una cosa però rimane sempre un chiodo fisso: la continua lotta tra gli opposti incompatibili: il Sapere e il Potere!
Sr+Federica Precettore di Cosenza
Confraternita Templare San Giacomo De Molay
Priorato della Calabria.+++nnDnn+++

lunedì 19 luglio 2021

ACCUSE AI TEMPLARI: MA DOV'È L'ERESIA?(parte prima)

Accuse ai Templari: ma dov'è l'eresia? (parte prima)
In tanti libri che stanno fantasticando sui templari, si parla ininterrottamente della presunta eresia dei templari, Stando al testo di questi scritti di dubbia affidabilità, analizzando punto per punto le “eresie” ivi citate, salterebbe fuori che sarebbero eretici tutti chi è devoto ai santi, chi venera le reliquie dei santi esposti nei santuari, chi studia la matematica(che si basa sulla tabella pitagorica), chi studia geometria, e chi coltiva l’orto secondo i cicli lunari(l’agricoltura dei nostri nonni), chi usa le erbe medicinali e chi studia l’architettura, insomma quasi tutti noi!L’ eresia fu l’ accusa più pesante mossa contro i Templari da De Nogaret, in seguito alla quale la Chiesa decretò lo scioglimento dell’Ordine. Ma di quale eresia si tratta veramente? In primis direi che tutti gli scritti dei Templari furono sequestrati e bruciati in seguito della damnatio memorie, decretata da Giovanni XXII, successore di Clemente V, e dai suoi rispettivi successori, che hanno cercato persino di cancellare gli affreschi e le altre tracce della presenza dei fratelli del Tempio all'interno della Chiesa. Ma gli studi approfonditi riportano alla luce tanti dettagli della dottrina templare, ricca di simboli e di riferimenti alle loro scoperte, fatte durante gli studi, cominciati da S. Bernardo di Chiaravalle e proseguiti dai fratelli del Tempio. Andiamo alla radice della questione. Gli studi di S. Bernardo riguardavano la cultura rabbinica, il giudaismo, che, ricordiamoci bene, sono alla base del cristianesimo! Il nostro Antico Testamento contiene la Torah(Pentateuco), i Nebiim(i Profeti), e i Ketubim (i libri sapienziali, i racconti). Dunque, studiare la cultura ebraica, che contiene la Numerologia Sacra, l’attribuzione di un significato particolare alle 22 lettere della lingua ebraica, la Cabala, la Torah, che a sua volta si riferisce a “Yazer Sefira”, il libro sacro precedente alla Torah, non sarebbe affatto un’eresia, ma approfondimento, il ritorno alla radice di tutto ciò che riguarda la nostra fede, la sua storia, i suoi fondamenti! Come anche non era l’eresia lo studio della cultura greca, che, come ben sappiamo, nei tempi di Gesù storico era molto presente ed influente nella regione della Terra Santa, tanto che i Vangeli definiti canonici furono scritti in greco e non in ebraico! Il pensiero greco contribuì molto nella percezione della fede cristiana nel periodo dei suoi albori. E proprio dalla Grecia si estese il cristianesimo su tutta l’Europa. I primi padri della Chiesa erano greci e i primi concili furono convocati in Grecia! E dunque, neanche qui, troviamo nulla di eretico! Anzi, direi che il simbolismo templare si avvicina molto a quello bizantino, che riporta molti elementi in comune. Poi troviamo anche se indirettamente, i riferimenti allo studio dell’astrologia, le fasi lunari, i solstizi ed equinozi, che probabilmente sono stati determinanti nel progresso agricolo delle comanderie templari europee. La saggezza trasmessa dalle famiglie contadine, per le quali tale conoscenza era fondamentale per la sopravvivenza! Come anche lo studio pitagorico dei numeri e della geometria, posto alla base della progettazione delle Cattedrali gotiche. In poche parole, gli studi fatti dai Templari erano indirizzati nel prendere il meglio di tutte le culture allora conosciute per migliorare la qualità di vita di tutti, soprattutto dei più oppressi e meno considerati di quei tempi. Ma tutto ciò non era affatto in contrasto con la Fede in Dio Padre Onnipotente, suo Figlio Gesù Cristo e Spirito Santo, ispiratore di tutte le scoperte umane. C’era anche un altro aspetto, che ancora oggi viene contestato ai Templari: la particolare devozione a due Giovanni(Battista ed Evangelista) e a Maria Magdalena, la donna alla quale Gesù risorto apparso per prima! Queste devozioni vanno sottolineate dagli autori dei libri-fantasie come una cosa estremamente eretica, ma attenzione! Da quando in quando la devozione ai santi nella fede cristiana divenne un’eresia? Indubbiamente la figura di Maria Magdalena è piuttosto scomoda per chi volle restaurare il maschilismo nella religione cattolica, cominciando da Tertulliano e gli altri padri e dottori della Chiesa, fino a Leodolfo di Smirne! E la protezione del genio femminile di Ildegarda di Bingen dalla parte di S. Bernardo di Chiaravalle, l’accettazione delle sorelle del Tempio sotto lo stesso tetto, che permise a Ermengarda D’Oluya diventare precettore di una commenda, non fu visto di buon occhio dalla Chiesa ufficiale. Dalla Chiesa, non da Gesù, che ebbe il discepolato femminile, a dispetto del maschilismo ebraico, di cui Maria Magdalena è la chiara rappresentante! E che piaccia o no, è una santa, riconosciuta dalla Chiesa cristiana, sia quella cattolica che quella ortodossa! Allora dov’è l’eresia? Come anche la devozione ai due Giovanni che impersonano i solstizi: non furono i Templari a stabilire questa corrispondenza, ma le prime autorità cristiane, che hanno cercato di far coincidere le feste dei santi con le festività pagane. E la presunta venerazione della testa mozza di Giovanni Battista fu semplicemente la venerazione di una reliquia del santo, come tante altre reliquie dei santi sparse qua e la nelle chiese dell’Europa, venerate e portate in processione! Anche qui, dov’è l’eresia? E adesso passiamo alla teoria di Santo Graal=Sang Real. Qui regna la confusione più totale! Prima di tutto è da stabilire che cos’è Santo Graal. Scartando le assurde teorie dello smeraldo caduto dalla corona di lucifero, della pietra filosofica ecc, e fermandoci alla definizione del Graal come il calice utilizzato da Gesù durante l’Ultima Cena, e in seguito preso da Giuseppe d’Arimatea per raccogliere il sangue che grondava dal corpo di Cristo, facciamo l’attenzione sulla scritta messa sulla croce : Jesus Nazarenus Rex Judeorum! Cioè Gesù Nazzareno Re dei Giudei. Ecco, il sangue raccolto nel calice è il sangue reale! Il sangue di Dio divenuto Uomo! E non le fantasie di Dan Braun! La conferma di ciò la troviamo negli studi di Barbara Frale, che cito: “Sul Tempio c’è dunque ancora molto da scoprire: non ultimo, un culto speciale della Passione di Cristo celebrato durante la sera del Giovedì Santo, in commemorazione dell’Ultima Cena, nel quale i Templari probabilmente ricevevano la comunione sotto la sola specie del Vino, inteso come Sangue eucaristico cioè bevanda di vita eterna. Questa singolarissima pratica cultuale è stata sottoposta all’attenzione di diversi specialisti di liturgie orientali ed è tuttora in corso di studio anche grazie al contributo di alcun bizantinisti del Pontificio Istituto Orientale di Roma: al momento quanto si può dire è che essa non ha precedenti altrove, era ignota alla Chiesa latina, è specifica dei Templari che sembrerebbero averla mutuata da antiche tradizioni religiose popolari specifiche della città di Gerusalemme, forse addirittura di età paleocristiana. Il culto sembra proporre suggestive connessioni con la leggenda del Santo Graal, tradizionalmente interpretato come la coppa miracolosa che Gesù usò durante l’Ultima Cena per istituire l’Eucarestia, oppure come il contenitore in cui Giuseppe d’Arimatea raccolse il sangue misto ad acqua uscito dal costato di Cristo dopo la crocifissione; è un’associazione mentale lecita, ma lo storico, in mancanza di prove certe, deve fermarsi al semplice accostamento di contenuti”. In conclusione di questa breve e solo parziale panoramica tra fantasie e la realtà dell’Ordine Templare, c’è da sottolineare, che la maggior parte dei libri-fantasie ha un determinato scopo: continuare l’opera di De Nogaret di calunnie e diffamazione, ma in maniera molto più astuta e sottile, facendo apparire l’Ordine come una specie di setta dei cospiratori, assettata di potere e di denaro, o addirittura data al satanismo! Gli autori di questi libri non sono studiosi, non sono ricercatori, e soprattutto NON SONO TEMPLARI, nonostante i pseudonimi che usano. Sono i nemici dei Templari, gestiti e finanziati, molto probabilmente dalle forse avverse alla verità, avverse alla giustizia e alla riabilitazione dell’Ordine del Tempio negli occhi dei credenti, perché ancora oggi il nostro Ordine con i suoi principi, i suoi ideali, la sua fede consapevole e genuina, non manipolata, presenta una minaccia!


Sr+Federica
Precettore di Cosenza 
Confraternita Templare San Giacomo De Molay
Priorato della Calabria.
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venerdì 16 luglio 2021

17 luglio - Eccidio della famiglia imperiale russa

 17 luglio 1918 

Eccidio della famiglia imperiale russa


Il 17 luglio 1918 a Ekaterinburg, città fondata nel XVIII secolo in onore di Santa Caterina d'Alessandria, alla quale era devota l'imperatrice regnante Caterina I moglie dello zar Pietro il Grande,  i comunisti assassinano l'ultimo Imperatore russo, lo zar Nikolaj Aleksandrovič Romanov e la sua famiglia. Dopo l'eccidio i corpi saranno denudati, fatti a pezzi, gettati in un pozzo, sciolti con acido solforico e infine date alla fiamme. Nel 1990 i resti dei corpi furono rinvenuti in un bosco di betulle vicino Ekaterinburg e il 16 luglio 1998 i corpi furono inumati nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo di San Pietroburgo, con solenne funerale di stato e alla presenza del Presidente russo Boris Nikoláevič Él’cin. Nel 2000 la Chiesa Ortodossa Russa ha canonizzato lo 
zar Nicola II e la sua famiglia come martiri del comunismo e  "portatori della passione", cioè persone che hanno incontrato le loro morti con umiltà cristiana.

  • San Nicola II di Russia, imperatore,  martire del comunismo e grande portatore della passione e la sua famiglia 
  • Sant'Alessio Romanov, martire del comunismo e grande portatore della passione 
  • Sant'Alessandra Federova, martire del comunismo e grande portatore della passione               
  • Sant'Olga Romanova, martire del comunismo e grande portatore della passione
  • Santa Tatiana Romanova, martire del comunismo e grande portatore della passione 
  • Santa Maria Romanova. martire del comunismo e grande portatore della passione 
  • Sant'Anastasia Romanova, martire del comunismo e grande portatore della passione 

mons. Filippo Ortenzi - chiesaortodossaitaliana@gmail.com


Reconquista

                                                 Reconquista

Spagna 16 luglio 1212

Battaglia di Las Navas de Tolosa, di Van Halen, esposta nel palazzo del Senato di Spagna a Madrid. Pittura ad olio

            Il 16 luglio 1212 l'armata cristiana (eserciti dei Regni di Navarra, Castiglia e Aragona più i cavalieri templari, ospitalieri, di Calatrava, Santiago e volontari leonesi, francesi e portoghesi) forte di 60.000 uomini sconfisse a a Las Navas de Tolosa l'imponente esercito islamico almohade (120.000 combattenti) guidato dal Califfo Muḥammad al-Nāṣir, composto da truppe arabo-berbere e andaluse supportato da mercenari turchi, turkmeni e curdi.


Santiago matamoros. San Giacomo ammazza mori, dipinto presente nel Santuario di Santiago de Compostela fatto coprire dall'attuale governo socialcomunista spagnolo per rispetto dei musulmani.

            La battaglia fu l'inizio del declino della dinastia almohade e segnò una svolta fondamentale per la Reconquista cristiana della Spagna.

Mons. Filippo Ortenzi
Arcivescovo Metropolita

della Chiesa Ortodossa Italiana

www.chiesa-ortodossa.com

email: chiesaortodossaitaliana@gmail.com

giovedì 15 luglio 2021

ROSA.. Un fiore che simboleggia la bellezza, la purezza, ma anche la perfezione, il massimo grado della conoscenza antica, l'unica in grado di svelare la Verità in stato puro. Non per nulla uno dei titoli attribuito alla Maria SS è "Rosa Mistica"! E non è un titolo poetico, come sembra al primo impatto! Il suo significato è talmente ampio, che non basterebbe un articolo a spiegarlo! Vedete, la forma della rosa che si sboccia richiama la forma del labirinto ( labor into, cioè il lavoro interiore, volto a perfezionare se stessi). E i labirinti delle Cattedrali templari hanno al loro centro la rosa. Dunque, "Rosa Mistica" significa la somma perfezione al livello soprannaturale, il massimo grado della conoscenza. Però... il possedere questa conoscenza richiede sacrifici, come quando si tiene in mano una rosa si punge con tante spine! E le spine di Maria SS erano le sette spade che simboleggiano i sette dolori. Pochi sanno, che dopo l'Ascensione di Gesù al cielo, fu Maria, sua madre e non S. Pietro, a capo della neonata Chiesa Cristiana! Fu lei ad incoraggiare e consigliare gli apostoli nel loro operato, esprimendo i concetti di sovrumana saggezza! E non solo! Il suo corpo non fu soggetto all'invecchiamento: godeva la perenne giovinezza dell'Immacolata Concezione. Questo significa "Rosa Mistica"! Noi, povere creature, semplici mortali, non potremo mai arrivare a tale perfezione, ma ciò non significa che non dobbiamo cercare a tutti costi di arrivare alla Verità! Tuttavia la Verità è una perla preziosa, e il suo prezzo sono le spine! Le spine delle delusioni, dei tradimenti, delle pugnalate alle spalle dalla parte di chi credi amici; le rivalutazioni di tanti "vicoli ciechi" nel labirinto della vita, della mente e del cuore; e la scoperta che nella società umana di sacro e di puro ce ne ben poco! Che le persone di valori sono pochissime, e la metà di quei pochissimi alla fine non regge il peso delle "spine" e alla fine si fa corrompere! E tante volte capita di esclamare "Ma chi me lo fa fare!?", arrivando alla conclusione che non sapere, non capire, non mischiarsi, forse sarebbe stato meglio... ma non è così! Il paradiso dantesco è descritto come una rosa, tra i suoi petali abitano le anime elette, le anime che pur ferendosi con le spine, possiedono la ROSA!*************************************Sr.+FedericaPrecettore di CosenzaConfraternita Templare S Giacomo De Molay Priorato della Calabria.

martedì 13 luglio 2021

Venerabile Adeodato Mancini, ieromonaco ed episcopo

 

Venerabile Adeodato Mancini

ieromonaco ed episcopo


Manta (CN) sabato 3 luglio 2021, la Chiesa Ortodossa Italiana ha glorificato lo ieromonaco mons. Leopoldo Adeodato Mancini, il cui nome è stato inserito nel Calendario dei Santi il 15 giugno. Riportiamo le notizie sulla vita e le opere del Venerabile:
Leopoldo Adeodato Mancini nasce nel 1950 a Venezia, da una famiglia di buona condizione sociale e dal passato nobiliare, e si trasferisce a Torino dove frequenta il Seminario ed alcuni corsi teologici, diplomandosi anche come odontotecnico e poi come infermiere generico e lavorando, fino al 1977, nel campo dell'assistenza sanitaria. Nel 1985 apre un piccolo studio odontotecnico a Trana,  nella  frazione di 
San  Bernardino, a poca distanza dalla Sacra di San Michele, mantenendo un forte interesse per la spiritualità ortodossa e ricavando nel piano terreno del capiente immobile una Chiesa orientale, di tradizione assiro-caldea. Si segnala per alcune iniziative benefiche, assumendosi l'impegno di ospitare e far completare gli studi a tre orfani, assegnatigli dai servizi sociali di Avigliana. Nel 1987, dopo un lungo periodo di diaconato, è ordinato Sacerdote nella Metropolia Ortodossa del Vecchio Calendario del Portogallo, in seguito passata sotto la giurisdizione della Chiesa Ortodossa Autocefala della Polonia. Nel 1990 apre a Trana un piccolo circolo, con annessa trattoria, che diventa un significativo punto di riferimento culturale e spirituale della Val di Susa. Nel 1992 organizza con Max Giusio, universitario appassionato di storia del Cristianesimo orientale, ed Enrico Castiglioni, fondatore del CIDA e astrologo di fama mondiale, una serie di incontri presso lo storico Caffè San Carlo di Torino, sul tema del rapporto tra arte, musica e religione e sulla Torino magica ed esoterica.      Nella Chiesa dei Dodici Apostoli, è 
ordinato vescovo della Chiesa Assiro Caldea nel 1992 a Parigi. Sceglie il nome di Adeodato in omaggio alla figura sfortunata del figlio di Sant'Agostino, amatissimo dal vescovo d'Ippona e scomparso prematuramente. Nello stesso anno 1992, su istruzioni di Gustavo Rol, effettua la ricerca di un immobile a Incisa Scapaccino, luogo di grande rilievo simbolico ed esoterico, e acquista nella piazza centrale di Incisa, denominata "Borgo Impero", in omaggio alla stagione napoleonica, un immobile, sorprendentemente posto in vendita proprio in quel periodo, che diviene il Monastero della Sacra Famiglia e successivamente la sede del Patriarcato Assiro-Caldeo per l'Europa. Scopre poi che nell'immobile ha abitato, nel XIX secolo, un formidabile guaritore, Antonio Cacciabue, detto il "Settimino di Incisa", celebrato ancora oggi per mirabolanti portenti e prodigi e oggetto di studi, saggi e libri assai importanti, e a cui oggi è dedicata la piazza. A partire dalla metà degli anni Novanta, il Monastero di Incisa diventa un centro spirituale di livello nazionale, con incontri ecumenici, eventi benefici, convegni internazionali in cui si incrociano le molteplici realtà cavalleresche, massoniche, rosacrociane e templari di tutto il mondo. Adeodato ha avviato poi una importante serie di iniziative, anche di tipo missionario e filantropico (in Africa, Asia, Turchia, Brasile ecc.), con realizzazioni soprattutto nel Mali, e di attività per favorire il dialogo interreligioso e il ristabilimento di rapporti cordiali e costanti con la Chiesa Cattolica Romana, cammino culminato nel 2005, a seguito della Dichiarazione Cristologica comune voluta da Papa Giovanni Poalo II, con l'avvio di un personale percorso monacale ed ascetico cristiano, e la realizzazione di alcune iniziative per l'Unità dei Cristiani Cattolici e Ortodossi. Adeodato Mancini è anche noto per essere la guida della "Pietà del Pellicano", complessa entità organizzativa risalente al 1648, e riconducibile a Olimpia Mancini (1638-1708), nobildonna francese di origine italiana nipote del Cardinale Mazarrino, collaboratrice di Luigi XIV, moglie di Eugenio Maurizio di Savoia e madre del Principe Eugenio, e rimasta di proprietà del casato Mancini di Ausignano, di cui Adeodato, ultimo erede dopo la morte prematura del fratello, rappresenta il "Monarca" e il "Patriarca Universale". La "Pietas Pellicani", posta sotto il Magistero della Chiesa Assiro-Caldea nel 1991, coordina, patrocina e unisce spiritualmente, con numerose filiazioni, diverse decine di ordini cavallereschi, anche di ispirazione templare e rosacrociana, in vari ambiti internazionali, e realizza progetti ed iniziative di evangelizzazione, formazione religiosa e spirituale, solidarietà ed assistenza (tra cui la costruzione di alcuni ospedali e scuole in Africa).Adeodato è poi noto per una intensa attività, da lui definita "pastorale itinerante degli Ultimi", che lo vede frequentemente presente, con il suo originale "Camper del Vangelo" in alcune realtà sociali di emarginazione e disagio (apolidi, rom, indigenti, ecc.) E' affiancato da Padre Antonio Settineri, prematuramente scomparso in un incidente automobilistico e il cui figlio Fabio diviene quindi per Adeodato un vero figlio spirituale, cui affida l'incarico di Maximum Magister della Pietà del Pellicano. Nel 2009 ha riformulato il progetto dell'A.R.C.A., associazione di tipo filantropico, con Max Giusio, Marco Vanino e Marzia Vicenzi, che ha aperto una sede nel Trentino ad Ala, tuttora attiva; nel 2009 e nel 2010 realizza una serie di trasmissioni televisive, con la regia di Max Giusio e Gianluca Lamberti, sulla spiritualità di Torino e del Piemonte. Negli anni successivi ha poi progettato e diretto nel 2013 con Max Giusio, Fabio Settineri e Carlo Oriani una "Due Giorni", a Rozzano (MI) dedicata agli "Ultimi" (carcerati, malati, indigenti, vittime della crisi economica, e un progetto speciale per i profughi d'origine siriana). Adeodato è stato anche Presidente di numerose Associazioni ed Accademie religiose.  Nel 2009 si manifestano i primi sintomi di un male incurabile, e nonostante un delicato intervento chirurgico, nel 2012 le sue condizioni iniziano a peggiorare. Decide di trascorrere gli ultimi mesi ad Antegnate, presso una comunità religiosa. Dona alla Diocesi di Aqui Terme il Monastero di Incisa Scapaccino e, dopo un breve soggiorno a Torino, nell'alloggio messogli a disposizione da Marzia Vicenzi e dal dott. Ottone, suo fedele devoto, assistito quasi quotidianamente da Max Giusio e Fabio Settineri, decide di trasferirsi definitivamente ad Antegnate, dove si spegne serenamente, dopo aver celebrato la Messa, il 15 giugno 2015, a soli sessantacinque anni. Nel 2019, su postulazione della dottoressa Ada Cosco, giornalista con cui padre Adeodato ha condiviso terribili fasi della terapia, viene avviato il processo di glorificazione, con numerose testimonianze.
A seguito della Deliberazione del Santo Sinodo e del parere favorevole del Tribunale Nazionale Ecclesiastico, la Chiesa Ortodossa Italiana decide di fissare per il giorno 3 luglio 2021 la cerimonia di Glorificazione, con solenne Benedizione dell'Icona.
Il giorno 3 luglio, a Manta (CN), l'Arcivescovo Metropolita Sua Eccellenza Reverendissima mons. Filippo Ortenzi, coadiuvato da mons. Alessandro Frezza di Roma e dal presidente del Tribunale Nazionale Ecclesiastico mons. Max Giusio, alla presenza di diversi membri del clero, dal parroco di Saluzzo padre Stefano Garzino, a padre Roberto Pinna di Cagliari, padre Gianluca Gerunda di Bergamo, padre Emanuele di Torino, padre Paolo Fabris di Aosta e con la presenza di tante persone che hanno conosciuto padre Adeodato e lo hanno amato come un papà affettuoso e un fratello generoso, ha provveduto alla benedizione dell'Icona e al rito di Glorificazione,















 



giovedì 8 luglio 2021

NELL'OMBRA DEL LABIRINTO. Nell’ombra del labirinto. Il cammino verso la conoscenza non è semplice. Spesso ci si imbatte nei testi falsi e fuorvianti sia dell’antichità che quelli moderni. Spesso si prende per verità le informazioni sbagliate, o peggio, pilotate appositamente dal sistema di controllo del potere temporaneo, che giocano spesso sui sentimenti di chi abbraccia un ideale, e sanno essere molto convincenti, soprattutto se il testo è destinato al pubblico che non si mette ad indagare fino in fondo, confrontando le date storiche. Perché in certi casi basterebbe questo: confrontare le date storiche o semplicemente essere attenti ai dettagli nel seguire la logica per capire che è una montatura! Ma per chi è poco attento ai dettagli è come inoltrarsi in un labirinto sotterraneo pieno di vicoli ciechi delle falsità vecchie e nuove! Premetto che esiste una frangia del potere temporaneo occulto sia fuori che all’interno della Chiesa cattolica, che è ostile alla sola idea che i Templari siano “prosciolti” da tutte le accuse e in seguito reintegrati in qualche modo nell’ambito della fede. E vedere che le varie moderne confraternite di ispirazione templare si organizzano effettuando il gemellaggio e la stretta collaborazione tra loro, per questi personaggi si rivela pericoloso. E allora che si fa? Si innesca una serie di false notizie. Alcune apertamente ostili e diffamatorie, le altre invece “mascherate” da “scottanti” scoperte, al primo impatto a favore dei Templari…. ma che hanno lo scopo tutt’altro che benevolo nei confronti del Ordine. Analizziamo adesso molto attentamente di cosa si tratta. Il primato della menzogna va indubbiamente a Dan Brown con il suo “Codice Da Vinci” che parla del sedicente “Priorato di Sion” mai esistito, una linea di sangue segreta che sta all’origine del Ordine del Tempio, con l’interpretazione contorta e fuorviante del simbolismo del Santo Graal, e tante altre trovate da show che nulla hanno a che vedere con la realtà, ma che risultano molto convincenti ed attraenti tra la gente comune, incline a vedere l’Ordine sotto un’altra luce, quella dei complottisti e settanti! Però Dan Brown non ha inventato tutto di sana pianta, si è “ispirato” alle menzogne che risalgono a parecchi secoli fa, addirittura nel periodo paleocristiano, quando i fedeli cristiani erano in status delle sette, una specie di “eresia” dal ebraismo. Come prima cosa, subito dopo l’ascensione di Gesù, la diffamazione prese piede nell’ambito ebraico-romano, per non perdere il potere, nonché tra i discepoli stessi, sempre per il medesimo motivo. Se addirittura leggiamo nei Vangeli canonici (e non parliamo degli apocrifi) che quando Gesù era ancora vivo e vegeto, i suoi discepoli contendevano tra di loro il primato, figuriamoci dopo la sua morte! E qui che si incomincia la matassa interminabile di intrighi e sofisticazioni di ogni tipo. Dal vangelo apocrifo di Tommaso veniamo a conoscenza che Gesù affidò il primato non a Pietro, come vollero farci credere i primi padri della Chiesa, bensì a Giacomo il Giusto, fratello maggiore di Giovanni Evangelista, che chissà per quale motivo e soprattutto in quali circostanze viene martirizzato per primo tra gli undici. Coincidenza? Sempre dal vangelo di Tommaso veniamo a sapere dell’ostilità tra i discepoli maschi e il discepolato femminile, presieduto da Maria Maddalena fin da quando Gesù era in vita. Possiamo solo immaginare quale persecuzione dovettero subire le discepole ribellatesi alla sottomissione maschile dopo la morte del Maestro! Non bastavano gli ebrei patriarchi, i romani pagani, ma erano perseguitate persino dai discepoli stessi con a capo Pietro! La verità è che nella società di allora si cercava in tutti modi soffocare il genio femminile che prese il sopravvento, e restaurare il maschilismo! Ma come si sa, ad ogni azione c’è una reazione uguale e contraria, e non solo nella fisica! Dalla tradizione dei cristiani in Terra Santa, sappiamo che Maria Santissima, madre di Gesù è stata la guida e il capo della neonata Chiesa Cristiana, la Somma Sacerdotessa che istruiva e confortava i primi cristiani, fino alla sua dormizione. Ecco come viene descritto quel periodo secondo le ricerche svolte direttamente in Terra Santa nel 1934 da una congregazione dei sacerdoti denominata “Santa Crociata Mariana”: “…nei lunghi anni che Maria SS. vi rimase a consiglio e conforto degli amatissimi apostoli e degli altri operai evangelici. Ella fu di grande aiuto spirituale a tutti coloro che ebbero la fortuna di avvicinarla. … Piena di una carità senza limiti Ella passava il suo tempo nel comunicare idee di sovrumana sapienza a quanti capitavano nel Cenacolo…. Dopo tanti anni trascorsi in un esercizio di ammirabile carità verso le anime redente dal suo Divin Figlio, la Vergine SS. presentiva già imminente la sua partenza da questa terra: godeva, è vero, la perenne giovinezza dell’immacolata Verginità, ma essendo giunta al 72 anno della sua età, sperava sollecita la superna chiamata. Visitava più frequentemente i luoghi santificati dalla passione del Redentore, … Maria SS. trascorse i primi mesi dell’anno 58 di G.C. quando al Divin Salvatore parve ormai tempo d’inviare il suo Angelo ad avvisare l’amatissima Madre che il terreno pellegrinaggio di Lei stava per finire….” Dunque, nella neonata Chiesa cristiana per ben 25 anni, a capo di tutto era la Madonna e non Pietro! Una donna che non era affatto taciturna e sottomessa come vorrebbero farci credere alcuni dottori della Chiesa cattolica! Nel mentre S. M. Maddalena, essendo stata la discepola e la confidente di Gesù, per di più la posseduta liberata, acquisì dei poteri paranormali, come tutti i discepoli del Divin Maestro. E certamente ebbe dei seguaci, sia in Terra Santa, che in esilio! Ed è qui che sia dalla parte dei seguaci di Pietro che quelli della Maddalena prende piede ogni sorta di fantasie, pettegolezzi e insinuazioni, impresse in seguito negli scritti a riguardo. Durante quel periodo come anche dopo, nel Medioevo i cristiani scrivevano tantissime leggende, anche sulla vita dei Santi. S. M. Maddalena non è stata risparmiata, anzi è una Santa sulla quale sono nate tante leggende. Rabano Mauro di Magonza ( 780-856), ha scritto un racconto su S. M. Maddalena:"La vita di Maria Maddalena" del tutto falso senza nessun fondamento storico per di più quasi 800 anni dopo la sua esistenza: “S. M. Maddalena sarebbe la sorella di Marta e Lazzaro, ed insieme ad altri discepoli, furono messi su una barca senza remi dai giudei. La barchetta approdò in Francia, giunti a terra si dividero per andare ed Evangelizzare mentre S. Lazzaro si recò a Marsiglia, S. Giuseppe D'Arimatea si recò in Britannia.” Da Rabano ha poi copiato il domenicano Jacopo da Varagine, che scrisse la Leggenda Aurea, dove raccoglie moltissime vite dei Santi, tra il 1263-1273. Ben 483 anni circa, dopo il primo scritto! Riguardo a S. M. Maddalena, Jacopo scrive la stessa favola della barchetta senza remi che arriva in Francia, e racconta che S. M. Maddalena compie anche dei miracoli, come potrebbe davvero essere, visto che era la discepola diretta del Maestro, ma nella leggenda Aurea sono riportate anche tante menzogne riguardo S. M. Maddalena: “S. M. Maddalena prende il cognome dal castello Magdalo, era di nobile famiglia, discendente del re. Il padre si chiamava Siro e sua madre Eucaria. Viveva con i genitori, sua sorella Marta, e suo fratello Lazzaro, erano ricchi ed avevano possedimenti a Magdala, Betania e Gerusalemme.” Poi vediamo che qui S. M. Maddalena non solo è confusa con S. Maria di Betania, ma anche con la peccatrice anonima! Chissà se per l’ignoranza innocente o l’astuzia ben calcolata!? “S. M. Maddalena diventa peccatrice dopo che viene lasciata dal fidanzato, che niente di meno sarebbe S. Giovanni Evangelista, il quale abbandona lei per seguire Gesù.” Ma se Giovanni Evangelista all’epoca era un ragazzo adolescente(il motivo per cui ha potuto stare sotto la croce senza essere allontanato dai soldati romani) figlio di un semplice pescatore, mentre Maria Maddalena non era affatto una ragazzina, per di più, stando allo scritto stesso, la discendente del re, come potevano essere fidanzati questi due? Ma la fantasia col tempo si trasforma anche in speculazione! La Leggenda Aurea si diffonde in Francia, e vediamo che mentre fino al X secolo, non esisteva nessun luogo di culto verso la Santa, ecco che a partire dal 1050, l’abbazia di Vézelay in Borgogna, dedicata alla S. V. Maria, custodita dalle suore, viene dedicata a S. M. Maddalena, e viene custodita dai monaci benedettini. (Ogni ordine monastico nella propria dottrina pone l’accento su qualche aspetto particolare legato alla fede. Così i Francescani pongono l’accento alla povertà, i domenicani alla salvaguardia della fede retta dalle eresie(l’inquisizione), i benedettini sono dediti alla scienza. E S. Bernardo di Chiaravalle, l’ideatore dell’Ordine dei Templari , apparteneva ai Cistercensi, che sono i Benedettini riformati. Il fatto che i Benedettini requisirono l’abbazia di Vèzelay per dedicarla a S. Maria Maddalena non è un caso! Gli studi delle fondamenta del cristianesimo radicate nelle religioni preesistenti ad esso, rivelò la necessità di equilibrio degli opposti, che a quell’epoca era totalmente assente all’interno della chiesa maschilista! Era importante risvegliare in qualche modo il culto femminile!) A Vézelay, allora si cominciò a raccontare che li venivano custodite le reliquie di S. M. Maddalena, ed iniziano così i pellegrinaggi. L’interesse è tale riguardo la Santa, che un altro luogo in Francia St-Maximin in Provenza incomincia verso il XII secolo a reclamare di possedere le reliquie, e raccontano anche che S. M. Maddalena, sarebbe vissuta eremita presso la grotta di Sainte-Baume, nuda coperta solo dai capelli, leggenda questa copiata dalla vita di S. Maria Egiziaca. Tra Vézalay e St-Maximin, entrambi reclamano di possedere le reliquie di S. M. Maddalena, ed entrambe producono falsi documenti, e tutto questo avviene all’interno della Chiesa Cattolica ! E nel mentre leggenda continua, ecco che anche in un altro luogo francese Saintes-Maries-de-la-Mer, in Provenza, si racconta che presso questo luogo è venuto lo sbarco di S. M. Maddalena, insieme a S. Marta, S. Lazzaro, S. Maria di Giacomo, S. Maria Salomè, S. Sidonio, S. Massimino, ed altri ancora. Queste credenze, oltre ad attirare i pellegrini e far funzionare il commercio locale, sono state una sorta di risposta al dilagante maschilismo dei padri della Chiesa, scagliatisi contro tutto ciò che è femminile, reputando la donna come fonte di ogni male! E se pur ai devoti di S. M. Maddalena fu concesso il suo culto in Francia, l’abile sovrapposizione dei personaggi creò l’immagine di essa del tutto differente dalla realtà: Una donna vittima di possessione diabolica, liberata da Gesù, viene identificata con la peccatrice senza nome, di cui peccato non è specificato in nessuno dei vangeli, ne canonici ne apocrifi, ma che nell’immaginario popolare è definito “prostituzione”! Chi ha avuto a che fare con la materia dell’esorcismo ed ha avuto modo di osservare da vicino il comportamento dei posseduti, soprattutto in alcuni orari notturni, potrebbe capire benissimo che una posseduta non sarebbe mai e poi mai in grado di fare la prostituta, di cui “attività” si svolge proprio di notte! Per un semplice motivo: la possessione produce gli impulsi di aggressività incontrollata, talvolta con la tendenza omicida! E in tal caso i suoi “clienti” avrebbero corso un bel pericolo di essere squartati. Ma le leggende non finiscono qui! Nel 1521circa ben dopo 248 anni dalla diffusione della “Leggenda Aurea” qualche romanziere aggiunse che Maria Maddalena avrebbe avuto una figlia di nome Sara, niente di meno concepita durante il matrimonio segreto tra lei e Gesù! Tale menzogna fu presa per verità dai rom, che tutt’oggi venerano S. Sara-Kali mai esistita! Osservate bene che l’invenzione della presunta discendenza di Gesù risale a 207 anni dopo lo scioglimento dell’Ordine del Tempio, che avvenne nel 1314 con la morte di Jacques De Molay! Dunque tra questa favola di cattivo gusto e la conoscenza dei Templari non c’è nessun collegamento! E quei autori che insinuano che la “verità scottante” scoperta dai Templari sarebbe questa, non solo sono menzogneri, ma anche parecchio ignoranti! Adesso passiamo ad altro “vicolo cieco” del labirinto della conoscenza: la contestazione dell’avvenuta morte di Gesù. In lontana India si narra di un certo Assà. Un santo dai poteri soprannaturali la cui vita e tribolazioni patite sono molto simili a quelle raccontate nei vangeli riguardo la Passione. Secondo questa leggenda Assà, messo in croce non sarebbe morto, ma sopravvissuto e curato in segreto dai discepoli, sarebbe fuggito nelle Indie. In base a queste leggende alcuni autori insinuano la menzogna messa in piedi dai capi dei sacerdoti e gli anziani giudei, descritta molto esplicitamente in Matteo 28, 11-15. Cioè che Gesù fu portato via dai suoi discepoli di notte, aggiungendo però che non era morto, innescando delle credenze fuorvianti, ma soprattutto riduttive riguardo la divinità di Cristo. Un uomo che sopravvive all’esecuzione e semplicemente fugge in un altro stato dove vive in esilio fino alla morte. Niente risurrezione, niente ascensione, niente miracoli… tutto pragmaticamente terreno per la gioia degli atei senza scrupoli! Certo, per chi brama al potere terreno passando sopra i cadaveri, la fede in Cristo risorto è piuttosto scomoda, visto che per praticarla bisogna guardarsi dentro accettando i suoi insegnamenti, perciò si aggrappa persino a un filo d’erba pur di giustificare i propri torti, negando il punto di riferimento etico scomodo, come la fede! Ma la leggenda in India esiste veramente, e la popolazione locale non ha nulla a che vedere con i complotti dell’alta società. E allora di cosa si tratta? La risposta la troviamo sempre nella tradizione Cristiana della Terra Santa studiata dalla “Santa Crociata Mariana” nel 1934, come anche nei vangeli apocrifi riguardanti Maria Santissima e la sua Dormizione. Da questi testi risulta che dopo l’ascensione di Gesù i suoi discepoli sono andati per il mondo a predicare il Vangelo: Pietro a Roma, Matteo nell’Abissinia, Filippo a Gerapoli (dove fu martirizzato), e così via. Chi è arrivato più lontano di tutti fu Tommaso. Lui ha predicato nelle Indie! Ma un giudeo di lingua greca come si faceva capire agli indiani? Poteva apprendere la lingua con gli anni, ma sicuramente non alla perfezione. E anche se lo Spirito Santo gli avrà dato il dono delle lingue, non fu di certo così con i suoi interlocutori. E poi c’è da notare un particolare molto importante: nelle lingue antiche come quella egizia prima ed ebraica dopo si usava parlare di se stessi in terza persona. Soltanto dopo la rivelazione di Dio a Mosè si cominciò a parlare di se stessi in prima persona. Ma probabilmente nella lingua delle Indie di allora l’abitudine di parlare di se stessi in terza persona era ancora in uso. Quindi abbiamo S. Tommaso che narra agli abitanti delle terre straniere la vicenda di Gesù, ricorrendo alla terza persona, ma loro capiscono tutt’altra cosa: credono che lui parla di se stesso! E siccome il discepolo diretto di Gesù, anche Tommaso è dotato di poteri paranormali, lo prendono per Dio. Questo malinteso però viene subito strumentalizzato da chi rifiuta di credere, e soprattutto da chi non vuole far credere agli altri, chi continua a gettare il fango sui Templari, insinuando che questa “verità scottante”, cioè che “Gesù non è morto in croce” sarebbe in loro possesso. Ma non è assolutamente quello che la sapienza Templare vuole trasmettere attraverso i suoi molteplici simboli! E infine arriviamo all’ultima trovata, sicuramente escogitata ad hoc dai nemici acerrimi del Ordine Templare, con lo scopo di portare la confusione di idee all’interno delle dottrine delle varie confraternite che ultimamente cercano l’unione per riportare l’Ordine al suo antico splendore riabilitandolo dalle calunnie protrattesi lungo i secoli:la nuova trovata dei nemici del Ordine Templare è un libro uscito da poco che con tanto di argomentazione dichiara che l’impronta sulla Sindone di Torino è di Jacques de Molay, sfruttando la gaf dei carbonisti che l’hanno datata come un reperto del medioevo! Per chi segue attentamente la questione “Sindone”, conoscendo più o meno la sua storia, sembra strano che qualcuno potrebbe trovarsi a credere in una tale bufala, ma aimè, nei post di alcuni gruppi templari di Fb, con grande rammarico ammetto che molti, troppi dei confratelli o aspiranti tali sono finiti in questa subdola trappola mentale, perciò in questo articolo spero di riuscire a dimostrare quanto è maldestro questo inganno. Dunque, cominciamo col confrontare i dati nel nostro possesso sulla Sindone con quelli sul nostro Gran Maestro Jacques De Molay. La Sindone: Gli scritti apocrifi parlano dei panni funebri di Gesù. San Girolamo in “De viris illustri bus”(IVsecolo d.C) riporta un passo del “Vangelo degli Ebrei”(II secolo d.C) e cita quello che probabilmente è il più antico riferimento non biblico alla Sindone: “Ora il Signore, dopo aver dato la Sindone al servo del sacerdote , apparve a Giacomo”. Le comunità cristiane instaurarono il culto delle reliquie mentre imperversavano le persecuzioni dei primi tre secoli, ed è logico che la più grande venerazione fu attribuita al lenzuolo funerario di Cristo! Il “Liber Mozarabicus Sacramentorum” (VI-VII secolo d.C) dice che Pietro, con Giovanni, corre al sepolcro e vede nei lini sepolcrali “recentia defuncti et resurgentis [ Domini ]. . Un altro riferimento alla Sindone lo troviamo nel “Codex Vossianus Latinus Q69” conservato nella biblioteca dell’Università di Leida (Paesi Bassi). È un manoscritto del X secolo ch riferisce un racconto dell’VIII proveniente dall’area siriaca, tradotto dall’archiatra Smirna. Vi si legge che Gesù lasciò l’impronta di tutto il suo corpo su un telo custodito nella Chiesa Grande di Edessa e chi la contemplava “vedeva il Signore al pari di chi lo aveva incontrato in terra”. È un riferimento inequivocabile alla Sindone! Dopo diverse vicende storiche, nell’anno 944 la Sindone si trova in mano al sultano arabo di Edessa quando in seguito ad uno stretto assedio i Bizantini riescono a farselo consegnare, e la teca contenente il sacro lino giunge a Costantinopoli. Nell’XI-XII secolo d.C. anche i documenti scritti segnalano la presenza della Sindone a Costantinopoli: se ne parla nei cataloghi delle reliquie che si conservavano presso la corte imperiale e in altre testimonianze. Nel 1080 Alessio I Comneno chiede l’aiuto a Enrico IV imperatore e a Roberto di Fiandra per difendere le reliquie raccolte a Costantinopoli, specialmente “le tele rinvenute nel sepolcro, dopo la risurrezione”. Nel 1147 Luigi VII di Francia venerò la Sindone a Costantinopoli. Nel 1171 Manuele I Comneno mostrò ad Amalrico, re dei latini di Gerusalemme, le reliquie della passione, tra le quali la Sindone. E infine, Robert de Clary, cronista della IV crociata, scrisse che “prima della caduta della città, 12 aprile 1204 in mano ai crociati ocidentali, la Sindone veniva esposta ogni venerdì nella Chiesa di S. Maria delle Blacherne” e che su quel telo la figura di Cristo era chiaramente visibile! “ma – aggiunge – nessuno sa ora cosa sia avvenuto del lenzuolo dopo che fu saccheggiata la città”. Dunque, per molti anni, prima dell’arresto dei Templari in Francia, la Sindone fu venerata segretamente dall’Ordine. La testimonianza di ciò venne fuori dopo il loro arresto, quando tra tante accuse infamanti mosse ai Fratelli del Tempio per l’eresia, una era proprio quella di “culto segreto a un volto di un uomo con la barba e i cappelli rossi. E non solo! Esiste anche la documentazione molto veritiera: “Nell'anno 1287 un giovane di buona famiglia del meridione francese, chiamato Arnaut Sabbatier, chiese e ottenne di entrare nell'ordine religioso e militare dei templari: qualcosa che nella società del tempo costituiva un gran privilegio sotto molti punti di vista. Nato a Gerusalemme poco dopo la prima crociata, con la missione di difendere i cristiani di Terrasanta, quello del Tempio diventò ben presto l'ordine più potente e illustre del medioevo cristiano. Durante la sua cerimonia d'ingresso, dopo aver preso i tre voti monastici di povertà, obbedienza e castità, il precettore condusse il giovane Arnaut in un luogo chiuso, accessibile ai soli frati del Tempio: qui gli mostrò un lungo telo di lino che portava impressa la figura di un uomo e gli impose di adorarlo baciandogli per tre volte i piedi.” Questa testimonianza proviene dai documenti del processo ai templari ed è quasi sconosciuta agli storici poiché rappresenta una goccia nel mare per chi debba studiare le intricatissime vicende di quel grande complotto innescato nel 1307 dal re di Francia Filippo IV il Bello ai danni del Tempio! Questo quanto riguarda i dati storici. Adesso vediamo i dati tecnici. Dopo aver effettuato le diverse analisi, pochissimo divulgate, (a differenza di quelli al C14), sono venuti alla luce i seguenti risultati: nel lenzuolo c’è stato avvolto un corpo in rigor mortis; le macchie di sangue si sono formate in seguito della sua deposizione sul lino, ma non vi furono alcune tracce ne di decomposizione del sangue o tessuti corporei ne dello strascinamento, come avviene sempre quando si viene a smuovere il corpo con attorno le macchie di sangue, in poche parole, come se il corpo si fosse volatilizzato dall’interno del lenzuolo trapassandolo; l’immagine formatasi sulle fibre di lino è assente sotto le macchie di sangue, quindi si è formata dopo che il sangue s’impregnò nelle fibre; questa immagine non è un dipinto e nemmeno una bruciatura, bensì la parziale disidratazione delle fibre che si potrebbe ottenere con i raggi simili a laser, solo che per ottenere questo effetto ci vorrebbe un dispositivo in grado di irradiare i raggi a 360°, che nel giorno di oggi la scienza non possiede! Jacques De Molay: Nacque fra il 1240 e il 1250, figlio del nobile burgundo Jean de Longwy e della figlia del Sire di Rahon. Degli anni d'infanzia di Giacomo non si hanno notizie certe. Nel 1265 Giacomo venne accolto nell'ordine dei Templari a Beaune. A condurre le cerimonie di noviziato furono Ymbert de Peraudo e Amalric de Ruppe. Soltanto a partire dal 1270 il nome di Giacomo di Molay riaffiora in Outremer, nome con cui in quei tempi veniva chiamata la Terra Santa. Nel 1285 Giacomo di Molay venne nominato Conte di San Giovanni d'Acri, ma nel 1290 si stabilì a Cipro e pertanto non poté partecipare alla difesa di San Giovanni d'Acri nel 1291. Dal 1294 ricoprì la carica di capo dell'Ordine. Nel corso del processo ai Templari del 1307 fu sottoposto a tortura avallando le tesi dell'accusa e quindi condannato alla prigionia a vita. Si ipotizza che i graffiti nella torre del Castello di Chinon fossero opera di Jacques de Molay ed eventualmente di Geoffrey de Charnay durante la loro prigionia. L'Ordine dei Templari fu definitivamente soppresso dalla Chiesa Cattolica nel 1308. In seguito Jacques de Molay ritrattò le sue dichiarazioni. Ciò lo condannò al rogo assieme al compagno di prigionia Geoffrey de Charnay. Il rogo fu consumato a Parigi sull'isola della Senna detta dei giudei, nei pressi di Notre Dame, il 18 marzo dell'Anno Domini 1314. Confronto: Nel 1204, prima della IV crociata la Sindone non solo già esisteva, ma si sa di sicuro che si trovava a Costantinopoli. Nel 1287 Arnaut Sabbatier la vede e la tocca(bacia i piedi per tre volte) durante il rito post investitura. Jacques De Molay nasce 36-46 anni dopo che la Sindone cade nelle mani degli occidentali della IV crociata nella quale i Templari nemmeno partecipano. Quando Jacques viene arrestato, dal 1307 e fino al 1314, Arnaut Sabbatier da la testimonianza della sua investitura avvenuta nel 1287, ben 20 anni prima del vergognoso complotto! E adesso ditemi voi, come può essere di Jaques de Molay l’impronta sulla Sindone, e soprattutto, i suoi presunti realizzatori medievali dove hanno procurato il dispositivo laser che irradia i raggi a 360°??? E già! La verità è una sola, ma è occultata da talmente tante menzogne, che cercarla è come avventurarsi in un labirinto sotterraneo buio, pieno di vicoli ciechi, e di insidie di ogni genere antiche e moderne! Non per nulla nelle Cattedrali gotiche più importanti sono impressi dei labirinti a forma di cerchio, nel centro dei quali troviamo diversi disegni: una rosa, un sole con il Cristogramma, ma il labirinto più esplicito lo troviamo ad Alatri(Fr), racchiuso in un ambiente che oggi appare come un cunicolo, o intercapedine. E lì in quel cunicolo, sopra una parete volta a mezzogiorno, campeggia l’affresco con il Labirinto ed il “Cristo in Gloria” al suo centro! Perché Dio, disceso sulla terra in Cristo Gesù, portò la Suprema Verità, ma l’umanità non la volle accettare allora, crocifiggendo il Figlio di Dio, non volle accettarla nel medioevo, mettendo al rogo chi l’aveva riportato alla luce tramite gli studi, e continua a non accettarla oggi, diffondendo le false notizie, presentandole come le scoperte sensazionali…. Ma Gesù disse “Nulla vi è di nascosto che non sarà svelato”! la Verità non può morire, appartiene all’eternità!

martedì 15 giugno 2021

Mons. Adeodato Mancini

 

Mons. Adeodato Mancini 

sei anni fa ritornava alla Casa del Padre, mons. Adeodato Mancini, vescovo, monaco e apostolo della carità

 

Il 15 giugno 2015 moriva mons. Adeodato Mancini, episcopo missionario ecumenico, schimamonaco, orientalista, docente dell’Università U.S.E.D.E.I. di Torino, cultore di Patristica e della vita dei padri del deserto nonché universalmente riconosciuto come il massimo esperto storico degli ordini cavallereschi, ultimo discendente dei Marchesi di Ausignano, cultore della vita dei padri del deserto, fondatore a Incisa Scapaccino (AT) del Monastero della Sacra Famiglia, nonché rifondatore dell’O.M.T. (Ordine Monastico Templare) della Pietà del Pellicano, patrimonio ereditario della Casata Mancini Marchesi d’Ausignano, del quale è stato ultimo Monarca dell’Ordine, non avendo eredi maschiL’antico Ordine della Pietà del Pellicano, rilanciato da Mons. Adeodato, è un Ordine Monastico Cavalleresco, che associa sia laici (maschi e femmine) che ecclesiastici, ed era articolato su novantanove Ordini, operanti nel mondo, con rispettivi Magisteri tutti guidati da Governatori e Dux Regis Cristiani che seguono i dettami e la regola spirituale di San Bernardo di Chiaravalle. 

Mons. Adeodato è ricordato, oltre che per la sua multiforme capacità organizzativa, soprattutto per il suo amore per i poveri e gli ultimi, tanto che spesso andava col suo camper a cercare i “barboni” e “senzatetto” per portargli un piatto di pasta, vestiario e generi di prima necessità. Per il suo essere stato un apostolo della carità, Adeodato è ricordato con venerazione da tutti coloro che lo hanno conosciuto, tanto che a seguito di una procedura di glorificazione presso il Tribunale Nazionale Ecclesiastico della Chiesa Ortodossa Italiana, verrà accolto tra i santi della nostra Chiesa, col titolo di Venerabile, in una Liturgia di Glorificazione che si terrà a Saluzzo (CN) il 3 luglio prossimo. Durante detta liturgia, che sarà officiata dall’Arcivescovo Metropolita mons. Filippo Ortenzi, verranno ascoltate diverse testimonianze sulla vita del santo, come alcune figure importanti della nostra Chiesa che lo hanno seguito per decenni e la giornalista Ada Cosco che lo frequentò per anni e ne ha promosso la postulazione.

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